di Enrico Bocciolesi

PERUGIA - La straordinaria figura di Alice Hallgaten Franchetti è stata ricordata, nel centenario della morte, nell’ambito del Convegno “Gli umbri nella crisi modernista”, organizzato dall’Università degli Studi di Perugia e dall’Istituto “Conestabile della Staffa-Piastrelli”, con la direzione dei Professori Francesco Di Pilla, Carlo Vinti e Gianfranco Maddoli, nei giorni 25-26 novembre.

Nelle due giornate di studio si sono susseguite le relazioni dei Professori Mario Belardinelli su La politica di Leone XIII e Pio X, Francesco Pilla su Gli umbri nella crisi modernista, Lino Conti su L’evoluzionismo nel pensiero filosofico e religioso fra Ottocento e Novecento, Mons. prof. Fausto Sciurpa su Luigi Piastrelli, Mons. prof. Dante Cesarini su Il tolstoismo di Brizio Casciola e della Prof.ssa Marisa Borchiellini Conti su Don Brizio Casciola e la baronessa Alice H. Franchetti.

Strettamente legata per ispirazione e vicende ai protagonisti della stagione della cultura internazionale convogliate nella romana “Unione per il Bene”, in particolare al montefalchese don Brizio Casciola, la Franchetti è stata una precorritrice, come ha illustrato la relazione della professoressa Marisa Borchiellini Conti, storica. Attraverso documenti in gran parte inediti, forniti dal “Centro studi per il Modernismo” di Urbino, la relazione ha mostrato l’opera di grande respiro internazionale della Franchetti, in cui si sommano cultura, fermenti sociali, sensibilità religiosa. In particolare sono state messe in evidenza la collaborazione con la Montessori, l’istituzione della scuole di Montesca , Rovigliano e Citerna, il Primo Congresso Montessoriano, la realizzazione del Laboratorio Tela Umbra, la riscoperta delle radici francescane, la volontà di offrire un riscatto sociale ai poveri attraverso la cultura e il lavoro dignitoso. La breve stagione della baronessa, morta a 37 anni il 22 ottobre 1911, ha lasciato un segno indelebile nell’Alta Valtiberina . La sua opera, strettamente legata a quella del marito Leopoldo Franchetti, grande intellettuale e politico del Regno d’Italia, ha chiamato a Città di Castello protagonisti di primo piano della cultura internazionale, quali Sabatier, Fogazzaro, Montessori, Won Meysenbug, e ha ispirato grandi tifernati, come il modernista don Giovagnoli. La professoressa Borchiellini ha sottolineato la rivoluzione culturale, in assoluto anticipo sui tempi, operata dalla Franchetti, cioè la richiesta di dignità del bambino e del lavoro femminile come imperativo morale, realizzata nella realtà delle Scuole e del Laboratorio. Alice Hallgarten Franchetti chiamava maestre e operaie delle sue Opere, di cui ricordiamo Maria Pasqui Marchetti e Maria Menchi Bocciolesi, “consorelle collaboratrici”: in questo appellativo c’è tutta la portata della “sua” rivoluzione.

Il Convegno, ospitato dal Centro Conestabile della Staffa- Piastrelli, ha illustrato la portata e gli esiti del Modernismo e dei suoi principali protagonisti. Tra le documentatissime e importanti relazioni alla presenza di nomi importanti della cultura umbra e del Vescovo Emerito Monsignor Chiaretti, si sono segnalate quelle del Professor Francesco di Pilla, organizzatore e anima del Convegno stesso, di Monsignor Fausto Sciurpa e del Professor Lino Conti dell’Università degli Studi di Perugia, il quale ha inquadrato le vicende e gli esiti del Modernismo nell’evoluzione della cultura scientifica europea, mostrando lo stretto legame tra il cammino della scienza e la concezione evolutiva del dogma. Molte tesi del Movimento Modernista, condannato nel 1907 dall’enciclica “Pascendi”, hanno trovato accoglienza nel Concilio Ecumenico Vaticano II.
 

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