Città di Castello scopre Il Tesoro di Canoscio
di Enrico Bocciolesi
CITTA' DI CASTELLO - Presso la Sala Gotica del Museo del Duomo di Città di Castello, si è tenuta la presentazione del libro di Corrado Rosini, edito da Petruzzi, Il Tesoro di Canoscio. In una sala gremita di studiosi, appassionati e cittadini intenti a scoprire i tesori della valle tiberina si sono susseguite le relazioni in merito alla presentazione e rilevanza del testo del prof. Rosini, supportato dalla collaborazione dell’associazione Arké, dal Cif, dal Centro Culturale Luigi Angelini e dal patrocinio del Comune di Città di Castello. La coordinatrice del Museo del Duomo dott.ssa Catia Cecchetti ha evidenziato lo spessore culturale del contributo proposto dagli studi di Rosini in merito al Tesoro di Canoscio e ai beni già presenti nel museo capitolare.
Secondo il prof. Rosini è stato “un evento scientifico da interessanti riscontri culturali e storici, data l’elevata entità della scoperta. Un’occasione per focalizzare lo sguardo sulla necessità di proseguire con gli studi e le ricerche, avviate anche in altre zone della vallata tiberina, come presso il vocabolo Astucci-Rovigliano e poi interrotte”. Sono seguite poi le relazioni del Vescovo della Diocesi Domenico Cancian che ha sottolineato il valore implicito di una tale scoperta culturale e scientifica. L’assessore Mauro Alcherigi ha poi ringraziato il prof. Rosini per l’importante contributo scientifico.
Per il presidente Luigi Chieli dell’Associazione Culturale Luigi Angelini è stata un’occasione di elevata consistenza culturale tanto per la scoperta quanto per il rilancio delle stesse ricerche svolte dal prof. Corrado Rosini atte a valorizzare il territorio dell’Alta Valle del Tevere.
Si sono susseguite le relazioni della dott.ssa Giuditta Rossi, per la Soprintendenza artistica dell'Umbria, in cui ha espresso la sua soddisfazione in merito alla presentazione del libro sul Tesoro - e ha poi proseguito - “questo evento è un’occasione per approfondire la conoscenza del Tesoro di Canoscio, che ancora oggi solleva numerose perplessità riguardo alcune datazioni e in merito agli autori di queste produzioni di arte orafa. Dunque il testo di Rosini fa il punto sulla situazione, portando anche alla luce un utensile gemello, parte della collezione di Canoscio e fino ad ora non studiato, ponendo l’accento sui luoghi dei ritrovamenti”.
Secondo la dott.ssa Francesca Abbozzo, che ne ha ricordato l’entità e l’azione sinergica svolta dalla direzione regionale per i Beni Culturali e paesaggistici dell’Umbria nel recupero e restauro di parte dei manufatti presenti, “questa diviene occasione di una rilettura storica di momenti storici che a volte non sono abbastanza conosciuti, se non dagli esperti del settore”.
Il prof. Mario Pagano, sovrintendente per i Beni Archeologici dell’Umbria, a segutio di un excursus sullo stato dell’arte di alcuni studi in merito agli utensili liturgici ha proposto delle considerazioni storiche e fornito ulteriori chiavi di lettura dell’evento.
La presente dott.ssa Vittoria Garibaldi ha poi aggiunto che “per la Valle del Tevere sono mancate, a causa di numerosi fattori, le occasioni di riscoperta e valorizzazione dei beni storici, per questo motivo, l’evento proposto dal prof. Rosini, di elevato livello culturale e scientifico ha richiamato a sé molti interessati, con l’auspicio di proseguire in queste direzioni e di proseguire alla valorizzazione dei territori”.
Il prof. Ermanno Bianconi ha aggiunto che “ la caratteristica dello studioso e prof. Rosini è stata quella di promuovere delle interessanti scoperte storiche, in riferimento anche ai congiunti ritrovamenti in Germania di alcuni utensili che, secondo anche gli studi del torinese prof. Aimone, risultano legati agli strumenti attualmente studiati. Speriamo nella possibilità di poterci riappropriare dei patrimoni che in qualche modo ci appartengono, per ricollocarli nella Pinacoteca tifernate facendo così rientrare anche i tesori che attualmente, si trovano, immeritatamente per la loro collocazione culturale nei locali della cittadina di Cortona”.

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