Psicologi, Istituzioni e terzo settore - Il benessere diventa equo e sostenibile
PERUGIA - La ricetta della felicità? Non è ancora stata trovata ma il benessere economico non è l’unico ingrediente. E’ quanto emerso dal convegno sul tema “La sfida dell’economia della felicità: reti sociali e patrimonio di comunità” che questa mattina, nella Sala del Consiglio della Provincia di Perugia ha aperto la Settimana del Benessere Psicologico 2011. A parlare di Bil (Benessere interno lordo) e Bes (Benessere equo e sostenibile) non soltanto psicologi ma anche rappresentanti delle istituzioni locali ed esponenti del terzo settore.
“Le politiche sociali – ha affermato l’assessore regionale al Welfare Carla Casciari – sono un investimento per il futuro che deve andare di pari passo con lo sviluppo economico. Per questo, per valutare il benessere dei cittadini, la Regione Umbria ha preso in considerazione 45 indicatori che includono anche la salute, i rapporti interpersonali, l’istruzione e la percezione del livello di benessere”. La necessità di ripristinare il primato della politica sull’economia a tutto vantaggio dei cittadini è stata sottolineata dal vicepresidente della Provincia Aviano Rossi, mentre la presidente dell’Ordine degli psicologi dell’Umbria Immacolata Tomay ha rivendicato la partecipazione dello psicologo ai processi di governance.
“Lo psicologo – ha affermato - non è il medico dei pazzi ma un professionista della salute che può svolgere un ruolo chiave sul versante della prevenzione”. Carlo Volpi (Martini Associati) ha messo l’accento sui profondi cambiamenti che attraversano la società: “Pensare che superata la crisi si torni a condizioni simili a quelle di prima è un illusione. E’ in atto un cambiamento di paradigma, con la conseguenza che i tentativi di riportare la situazione allo stato precedente hanno comeesito l’aggravarsi della situazione e lo spreco di opportunità insite nel nuovo scenario”. “Le lotte degli anni Settanta – ha detto la professoressa Caterina Arcidiacono (Università di Napoli) – hanno rotto uno schema di pensiero e infranto il tabù dell’autorità senza dare valori di riferimento per costruire un nuovo assetto”. Il risultato? Una società di pari in cui, in assenza di chiari punti di riferimento, i giovani fanno fatica a crescere. Facile immaginare che in un contesto in cui le malattie psicologiche si piazzano al secondo posto, dopo quelle cardiocircolatorie, gli psicologi possono dare un contributo prezioso a quel Benessere equo e sostenibile di cui tanto si dibatte.
“In Umbria – conclude Tomay – gli psicologi iscritti all’Ordine sono aumentati vertiginosamente negli ultimi dieci anni. Attualmente sono 850, di cui 100 presenti nei Servizi. Troppo pochi per rispondere allecrescenti esigenze di salute che gli stessi umbri mettono al primo posto nello loro classifica del benessere”.

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