Cultura - Presentata a Perugia ristampa del giornale liceo classico Mariotti
PERUGIA - Massimo Bucchi, giornalista, grafico e famoso vignettista de “La Repubblica” e del “Venerdì”, attribuisce allo “Zibaldone”, giornale d’istituto (con la testata mutuata dal celebre “scartafaccio” di Leopardi) del Liceo Classico “Annibale Mariotti” di Perugia, la radice prima del suo mestiere. Lo ha detto ieri sera, intervenendo a Perugia, presso l’Oratorio di Santa Cecilia, alla presentazione del volume “Sempre caro ci fu lo Zibaldone/ Il giornale del Liceo Classico ‘Annibale Mariotti’ dal 1952 al 1969”, ristampa anastatica, per i tipi della “Futura Edizioni”, della collezione completa del periodico studentesco, fondato da Eugenio Spagnoli, che nel corso degli anni accompagnò sui banchi di scuola generazioni di studenti, che in esso si rispecchiarono e, in una scuola assai diversa da quella di oggi, provarono a sviluppare un comune senso di appartenenza. Rivolgendosi ad un folto pubblico di ex-“mariottini” e di una rappresentanza di studenti del Liceo Classico, Massimo Bucchi, che da studente passò tre anni a Perugia nel suo peregrinare per l’Italia, ha definito la collaborazione al giornale “un periodo-chiave” della sua vita: “Facevo sullo Zibaldone – ha detto – quello che sarebbe diventato il mio mestiere. Avrei messo a frutto l’esperienza dello Zibaldone da subito e in modi sempre diversi per gli anni a venire, e tutto per un mestiere capitatomi addosso così, quasi per caso”. Bucchi ha lodato la grafica del giornale di allora: “Lo Zibaldone – ha detto -, e ancora oggi mi chiedo perché, dal punto di vista grafico era già perfetto. Era calmo, riflessivo, dolce, un tutto equilibrato, perfettamente rispondente alla scoperta di stare insieme, che ci colpì allora e magicamente si è trasmessa negli anni con inattaccabile coerenza”.
Memorie, ricordi, anzi “amarcord”, nel senso della nostalgia dei bei tempi andati del liceo e della giovinezza, ma anche consapevolezza critica su un importante periodo della storia d’Italia vista da Perugia, con gli occhi di ragazzi del liceo che, grazie al proprio giornale d’istituto, trovarono per la prima volta strumenti per esprimersi e per raccontarsi, producendo un “corpus” collettivo di scritti, che possono oggi illuminare di una nuova luce, da un punto di vista storico e sociologico, gli studi sul costume e la mentalità di giovani studenti dal 1952 al 1969: questo – hanno sottolineato i relatori, la sociologa Cecilia Cristofori, l’avvocato Gerardo Gatti e il professor Piergiorgio Giacchè – è stato lo “Zibaldone”.
Dalle prime copie ciclostilate ad alcol, avventurosamente ritrovate, e dai primi numeri a stampa agli ultimi in formato tabloid, il volume offre – hanno sottolineato i due curatori Giorgio Panduri e Patrizia Brutti – una raccolta completa della pubblicazione, frutto della ricerca, fra amici e conoscenti, degli esemplari introvabili. Gli originali saranno ora conservati alla “Biblioteca Augusta” di Perugia, mentre al Liceo Mariotti sarà “restituita” una riproduzione digitale.
“Il volume costituisce un importante contributo alla storia di quel periodo – ha detto Cecilia Cristofori, docente di sociologia dell’Università di Perugia -, un materiale sociologico di prim’ordine per vedere cosa pensavano e come vivevano giovani studenti negli Anni Cinquanta e Sessanta”.
Il sindaco di Perugia Wladimiro Boccali e l’assessore alla Cultura della Regione Umbria Fabrizio Bracco hanno sottolineato il valore dell’opera, importante contributo – hanno detto – non soltanto per la storia della città, ma anche, in un’epoca completamente mutata, per l’attuale dibattito sui giovani, il loro presente e il loro futuro.

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