Nella sua avvelenata replica alla Segreteria regionale di Rifondazione Comunista dell’Umbria, Orfeo Goracci, infarcita delle solite argomentazioni, un mix di pressapochismo, populismo e vittimismo, accusa apertamente i suoi compagni di essere “nipotini di Stalin”.
accusa vetusta e di altre epoche politiche, solitamente usata per denigrare, nel vecchio PCI, chi si manteneva dentro un certa cultura e tradizione comunista e non smottava verso il “nuovismo” e il riformismo liquidazionista.
Sarebbe interessante indagare chi, nel corso degli anni, ha opportunisticamente continuato a definirsi stalinista perpetrando politiche moderate e chi ha fatto apertamente, da Comunista, un abattaglia contro questo apparato ideologico tra i dirigenti umbri di Rifondazione.
Ma forse sarebbe troppo noioso e assai poco utile, ormai.
Però se tutti quelli che ritengono necessarie le dimissioni di Goracci sono stalinisti, vogliamo includerci anche l’incolpevole Dottorini, ex Verde e ore Dipietrista?
Ci sembra, sinceramente, troppo.
 

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