PERUGIA - Il Coordinamento Regionale delle Squadre che esercitano la caccia al cinghiale, che vogliamo ricordare esprime l’opinione di oltre 250 squadre alle quali sono iscritti circa 12.000 cacciatori umbri, è rimasto esterrefatto nel vedere respinte le proprie richieste in merito al calendario venatorio per la parte riguardante la caccia al cinghiale. Richieste per altro condivise da importanti associazioni venatorie, e dalle provincie di Perugia e Terni (posizioni espresse il 20 giugno 2011 nella audizione indetta dalla III Commissione Consigliare della Regione Umbria).

Il Coordinamento, con proprio comunicato dell’8 giugno 2011 e ancor prima in un incontro avuto con l’Assessore Regionale Fernanda Cecchini, ha proposto: apertura della caccia al cinghiale il 1 ottobre e chiusura il 31 dicembre, consentendo la caccia sia in forma singola che in battuta per tre giorni la settimana nei giorni di giovedì, sabato e domenica, prevedendo la possibilità per le provincie di posticipare tale data o, ove necessario, prevedere interventi di contenimento.

Il calendario approvato, sposta tre giorni di caccia al cinghiale dalla prima settimana di ottobre al 18, 24 e 25 settembre senza alcuna valida motivazione.

Non produce nessun effetto positivo per il mondo agricolo in quanto al 18 settembre non ci sono più colture a rischio, e comunque si poteva intervenire con appositi prelievi indicati dalle province.
Non è vero che produce meno pressione venatoria sulle altre specie di selvaggina. Basti pensare che dal 26 settembre all’8 di ottobre, è previsto che la caccia al cinghiale sia chiusa.

Un effetto invece lo produce. Visto che i giorni 18, 24 e 25 settembre sono anche quelli di inizio stagione venatoria e quindi i giorni che vedono più cacciatori esercitare la propria passione; Il consentire che in quei giorni si possa sparare con munizioni a palla, aumenta il rischio di incidenti. Alla faccia della prevenzione!
Questo calendario ha poi un’altra chicca.
Il consentire che i cacciatori singoli possano cacciare il cinghiale anche il lunedì e il mercoledì, incentiva la conflittualità tra cacciatori, oltre ad incentivare il non rispetto delle regole. In particolar modo spinge i cacciatori meno rispettosi delle norme, ad andare a caccia anche quattro o cinque giorni la settimana alla selvaggina stanziale, quando la legge consente il massimo di tre.

Tutto questo all’Assessore Regionale non interessa nulla?

Il coordinamento valuta in modo molto negativo tutto ciò, ed ha la convinzione che da tempo sia in atto il tentativo di destrutturare un sistema organizzativo di gestione della specie cinghiale basato sulla centralità delle squadre, i cui risultati positivi sono certificati dai dati riguardanti proprio i danni all’agricoltura che sono in sensibile calo.

Chiediamo all’Assessore ed alla Giunta Regionale di modificare l’attuale calendario accettando le due proposte che abbiamo più volte esplicitato e sopra riproposto.
Il tempo ancora lo abbiamo.

Il coordinamento regionale delle squadre, valutato l’atteggiamento avuto dall’Assessore Regionale, qualora non vengano recepite le nostre proposte, assumerà tutte le iniziative lecite e consentite, sia giuridiche che politiche.

Pio Braccalenti

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