Di Armando Allegretti

PERUGIA - In piazza a Perugia e Terni tante le aziende in crisi. A Perugia in una piazza della Repubblica completamente gremita il Segretario Generale della CGIL di Perugia, Vincenzo Sgalla, ha aperto la manifestazione con queste parole: "Siamo qui in piazza per protestare contro una manovra iniqua e per porci delle domande, cosa centra la libertà di licenziare un lavoratore con il risanamento del Paese? Perchè il nostro Governo non ha uno straccio di politica industriale? E ancora perchè mai il Governo continua con la vessazione dei dipendenti pubblici, dei pensionati e degli studenti?"

L'Umbria si è mobilitata e si è fatta sentire stamattina alzando la voce e dicendo no ad una manovra che è stata cambiata ben quattro volte nel giro di un mese.

Nelle prime file della piazza tanti gli striscioni delle aziende presenti. Tra questi, immancabile quello della Perugina "dove oggi non si fanno Baci", come dicono i numerosi lavoratori in piazza, accanto a quello della Sirap-Gema, azienda del settore chimico dove 60 lavoratori rischiano il posto. Poco più dietro i ragazzi e le ragazze della Rete degli studenti indossano caschetti protettivi antigelmini.

A Terni nell'altra manifestazione umbra è fortissima la partecipazione di lavoratrici e lavoratori, come testimoniano i dati sulle adesioni che sono arrivati. Nel gruppo Ast Thyssen si è fermato l'80% degli addetti. I Magazzini Coop fanno sapere che l'adesione è stata addirittura del 99,6%, così come nelle altre aziende dove si sono registrati altissimi dati per quanto riguarda le adesioni: da Foligno a Passignano, da Spoleto a Città di Castello i numeri parlano da soli con adesioni che vanno dal 60% fino al 100% con la totale chiusura degli stabilimenti, come la Tommasini Style, l'Omc di Passignano, la Cfm e la Marheritelli per citarne alcune.

Durante la mattinata è intervenuto a finaco dei lavoratori in sciopero anche il sindaco di Perugia, Wladimiro Boccali, che ha ricordato di essere "a fianco dei lavoratori che hanno scioperato, sono contro la manovra - ha detto - appoggio ogni forma di protesta contro una manovra che blocca lo sviluppo. Non siamo disposti ad essere gli esattori dello Stato".

A ricordare quanto sia stata grande la mobilitazione e la risposta dei lavoratori Umbri è stato anche l'intervento di mario Bravi, segretario regionale Cgil Umbria, che ha detto: "L'Umbria si è fermata, ce lo dimostra l'adesione delle piazze di Perugia e di Terni, e questo ci deve far riflettere e deve far riflettere - ha continuato - anche la Cisl e la Uil che dovevano essere qui con noi in piazza a manifestare contro una manovra iniqua e ingiusta".

Sul palco in piazza della Repubblica erano presenti anche numerosi politici, c'era la presidente della Regione, Catiuscia Marini e gli assessori Vinti, Riommi, Casciari e Cecchini.

A chiudere la giornata di sciopero il segretario nazionale della Fisac Cgil Agostino Megale che ha detto: "Stamattina a Perugia come in tutte le principali piazze d'Italia la presenza, la partecipazione dei lavoratori e pensionati, degli studenti ha dimostrato una presenza superiore a quella degli scioperi precedenti".

"Hanno detto - ha continuato Megale - che questo è uno sciopero che divide e che la mobilitazione non è all'altezza, ma così si perde la realtà che quello di oggi è uno sciopero che pone il problema di creare un'Italia più giusta". "Abbiamo riempito le piazze e abbiamo svuotato fabbriche e uffici, qui in Umbria come nel resto del Paese. Una giornata di mobilitazione come questa non si vedeva da tempo. E' il segno che le lavoratrici, i lavoratori, le pensionate e i pensionati i giovani e gli studenti di questo Paese sono stanchi di pagare sempre e solo loro: e' ora che paghi chi non ha mai pagato" - ha concluso Megale.

E di un'Italia giusta e democratica ha parlato anche Francesco Innamorati, presidente provinciale dell'Ampi, che sulle note di "Bella Ciao" ha ricordato che: "anni fa si era partiti con con le armi per fare un'Italia migliore, adesso l'anpi, pur senza armi è a fianco dei lavoratori per fare un'Italia migliore e per dire no ad una manovra ingiusta che rappresenta anche un duro attacco alla democrazia".

 

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