Ore 19,14 - "Ancora l'esame della dottoressa Stefanoni non e' finito ma mi pare che dalla confusione assoluta siamo ritornati finalmente alla chiarezza". Questo il breve commento del pubblico ministero Manuela Comodi sulla prima parte dell'esame della funzionaria biologa della polizia scientifica, Patrizia Stefanoni, sentita oggi in aula nell'ambito del processo ad Amanda Knox e Raffaele Sollecito per l'omicidio di Meredith Kercher. L'esame della Stefanoni riprendera' in aula domani mattina.

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Ore 19,14 - "Amanda e' speranzosa e non vede l'ora di arrivare alla sentenza". Lo ha detto il padre di Amanda, Kurt Knox, parlando con i giornalisti al termine dell'udienza di oggi. Kurt ha raccontato di aver abbracciato la figlia per pochi istanti questa sera. "E' ansiosa e contenta che il processo e' ricominciato - ha proseguito -. E' stata una estate molto lunga per lei, sapendo di essere innocente". "La Procura sta' cercando di delegittimare i periti della Corte - ha proseguito Kurt Knox parlando del processo -, ma non credo che ci riuscira'. I periti hanno fatto un ottimo lavoro e non credo che possano essere smentiti. Questo e' positivo per Amanda e Raffaele".

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Ore 18,50 - Amanda Knox e' speranzosa e non vede l'ora che arrivi la sentenza quella che oggi ha incontrato per qualche attimo il padre Curt appena giunto dagli Usa. ''Ovviamente spera di uscire presto'' aggiunge l'amica Madison. La giovane americana e' apparsa in aula ancora tesa in volto ma si e' concessa qualche cenno d'intesa (sorrisi e un occhio strizzato) con il suo ex fidanzato e oggi coimputato Raffaele Sollecito. I due si sono scambiati anche qualche parola a distanza. ''Come stai?'' e' sembrato chiedere Sollecito. ''Bene'' la risposta della Knox. ''Amanda e' contenta - ha detto ancora Madison - ma aspettare quattro anni in carcere e' difficile''. ''L'ho abbracciata al termine dell'udienza - ha spiegato il padre - e l'ho trovata ansiosa ma anche contenta perche' il processo e' ricominciato''. Secondo Curt Knox ''la procura sta cercando di delegittimare i periti''. ''Ma non credo succedera' - ha aggiunto - perche' gli esperti hanno fatto un ottimo lavoro nel valutare gli atti. Non credo che le loro conclusioni possano essere smentite''.

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Ore 18,30 - Ha parlato di ''autodifesa un po' manichea'' da parte della biologa della polizia scientifica Patrizia Stefanoni, l'avvocato Luciano Ghirga, uno dei legali di Amanda Knox al termine dell'udienza di oggi. ''Una autodifesa ad oltranza - ha sottolineato ancora Ghirga - e a nostro avviso infondata. Viene replicato quanto gia' uscito nell'udienza preliminare e nel dibattimento. Il controesame della mattinata era stato invece retto molto bene dai periti (quelli della Corte d'assise d'appello - ndr). Noi - ha concluso l'avvocato Ghirga - siamo soddisfatti''.

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Ore 18,24 - ''Dalla confusione assoluta finalmente siamo tornati alla chiarezza'': Manuela Comodi, uno dei pm nel processo d'appello a Raffaele Sollecito e ad Amanda Knox per l'omicidio di Meredith Kercher, ha commentato cosi' la giornata di oggi lasciando il palazzo di giustizia di Perugia. Lo ha fatto riferendosi alla deposizione dell'esperta della polizia scientifica Patrizia Stefanoni, consulente del pubblico ministero, seguito a quello dei periti nominati dalla Corte. ''Ancora l'esame non e' comunque finito'' si e' poi limitata ad aggiungere la Comodi parlando sempre della deposizione della Stefanoni.
 

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Ore 18,09 - E' stato sospeso l'esame della biologa della polizia scientifica Patrizia Stefanoni davanti alla Corte d'assise d'appello di Perugia per il processo a Raffaele Sollecito e ad Amanda Knox per l'omicidio di Meredith Kercher. La funzionaria sta rispondendo alle domande del pm del quale e' stata consulente. Il suo esame riprendera' domani mattina.
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ORE 16:30 - "La prova del Dna puo' essere considerata una prova incontrovertibile solo in presenza di certe condizioni: cioe' di quantita' di Dna sufficiente e di metodi di prelievo assolutamente fuori discussione". Ad affermarlo uno dei legali di Raffaele Sollecito, l'avvocato Giulia Bongiorno, commentando con i giornalisti l'esito dell'udienza di questa mattina. "Nel caso di una traccia commista, come quella attribuita a Sollecito, che non e' stata repertata immediatamente e che presenta tantissima confusione, cioe' tantissimi contributori, e' possibile riuscire a interpretare i grafici attribuendoli praticamente a chiunque. Fino ad oggi si e' parlato di questa traccia come se fosse la fotografia di Sollecito. Oggi i periti hanno spiegato che in realta' queste tracce sono difficili da interpretare ed e' quindi possibile riuscire a leggerci il profilo di un numero infedinito di soggetti. Addirittura il perito ha detto: "in quella traccia potrei esserci anche io". Dei periti, dei tecnici super partes, hanno indicato in maniera assolutamente chiara che c'e' un errore di interpretazione. Cioe' la prova contro Raffaele Sollecito non c'e' piu'. Questo sgretola tutto il resto". Parlando in generale della validita' della prova scientifica l'avvocato Bongiorno ha spiegato come "la prova del Dna e' considerata una prova inconfutabile solo in presenza di certi requisiti". "Anche in America - ha detto -, considerando le statistiche, il Dna viene considerato da un lato un metodo che consente di scoprire l'errore giudiziario ma, al contempo, talvolta ne' e' la causa. Cioe' un Dna raccolto male puo' provocare errori giudiziari. Nessuno vuole mettere in discussione il Dna, pero' bisogna vedere che il Dna e' Dna, se ci sono le quantita' giuste e se viene interpretato bene. Quindi il Dna e' una formidabile prova purche' sia Dna. Se si tratta di Dna confuso, cioe' di una traccia con tanti Dna, a quel punto non si mette piu' in discussione il Dna, ma quel Dna che e' composto da una pluralita' di soggetti.

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ORE 16:26 - Ha toccato punto per punto tutte le contestazioni avanzate dai periti della Corte d'assise di appello di Perugia al lavoro svolto dalla polizia scientifica nell'ambito delle indagini sull'omicidio di Meredith Kercher, la funzionaria tecnico biologa della scientifica, Patrizia Stefanoni, sentita oggi in aula nel processo in corso nei confronti di Amanda Knox e Raffaele Sollecito. La specialista ha difeso il lavoro svolto dal suo ufficio. In particolare la Stefanoni ha escluso categoricamente una possibile contaminazione dei reperti, sottolineando come "la contaminazione non e' una cosa che viene fuori da qualcosa di astratto". L'esperta ha quindi ricordato che il Dna di ogni operatore che opera all'interno dei laboratori della scientifica e' regolarmente schedato e che una eventuale contaminazione, sia da parte di una persona, sia da campione a campione, viene verificata con regolarita'. La Stefanoni ha inoltre ricordato come le tracce 'umide' raccolte il primo giorno nella casa del delitto dalla polizia scientifica, vennero conservate nel frigorifero della stessa casa, per poi essere portate a Roma.

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ORE 16:00 - Ha difeso il proprio lavoro e quello del suo ufficio la biologa della polizia scientifica Patrizia Stefanoni che oggi pomeriggio ha deposto davanti alla Corte d'assise d'appello di Perugia nel processo a Raffaele Sollecito ed Amanda Knox per l'omicidio di Meredith Kercher. La funzionaria, consulente del pm, sta replicando punto per punto a quanto sostenuto nella perizia sulle tracce genetiche fatta svolgere dai giudici. Gli esperti del collegio hanno infatti considerato ''non attendibili'' i risultati della scientifica. La Stefanoni ha tra l'altro sostenuto che kit di ultima generazione consentono di esaminare le tracce genetiche. Operazione invece non eseguita dai periti della Corte che hanno valutato il lavoro degli investigatori allo stato degli atti. La biologa ha quindi contestato l'ipotesi della contaminazione affermando come ''non sia qualcosa di astratto''.

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ORE 14:08 - ''Se parliamo di polvere che puo' contaminare portandosi dietro qualsiasi profilo genetico, per paradosso polizia scientifica e carabinieri del Ris possono andarsene a casa'': Francesco Maresca, legale di parte civile per la famiglia di Meredith Kercher, commenta cosi' l'ipotesi avanzata dai periti della Corte d'assise d'appello di Perugia che hanno considerato ''non attendibili'' i risultati delle analisi sulle tracce di Dna al centro del processo a Raffaele Sollecito e ad Amanda Knox. ''Siamo andati avanti un po' per paradosso - ha sostenuto Maresca - che a mio avviso e' poi la forma migliore per difendersi quando c' e' qualche difetto di valutazione. Anche oggi i periti non sono stati in grado di chiarire aspetti dei quali abbiamo chiesto loro conto e sui quali i nostri consulenti hanno un'idea diversa''. ''Parliamo da mesi di questi due reperti (il coltello e il gancetto di reggiseno - ndr) ma il processo - ha sottolineato infine l'avvocato Maresca - contiene un bagaglio probatorio di cui in questo momento ci stiamo dimenticando tutti''.

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ORE 13:35 - Si è appena concluso l'esame dei periti della Corte d'assise d'appello di Perugia incaricati di esaminare il lavoro svolto dalla polizia scientifica sulle tracce di Dna al centro del processo a Raffaele Sollecito e ad Amanda Knox per l'omicidio di Meredith Kercher. L'udienza e' stata ora sospesa. Riprendera' nel pomeriggio con l'esame dei consulenti delle parti sempre in materia di Dna.

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ORE 13:20 - Nella traccia mista di Dna trovata sul gancetto del reggiseno indossato da Meredith Kercher puo' essere individuato anche il profilo genetico di uno dei periti della Corte d'assise d'appello di Perugia. ''Ci sono anche io'' ha spiegato la professoressa Carla Vecchiotti rispondendo a una domanda della difesa di Raffaele Sollecito. ''Nove loci corrispondono a me'' ha detto ancora il perito. Gli esperti hanno sostenuto che la traccia sul gancetto e' composta dal Dna di piu' soggetti. Uno e' ''sicuramente'' - e' stato spiegato - quello della studentessa. Per gli altri - secondo i periti - possono essere ricostruiti i profili genetici di piu' persone. Come Sollecito ma anche - e' emerso oggi - della stessa professoressa Vecchiotti.

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ORE 12:15 - Il pm Manuela Comodi ha contestato in aula, portando anche verbali e documentazioni, le considerazioni dei periti super partes che nella, relazione sul dna trovato nei reperti del caso Meredith Kercher, avevano escluso la presenza dei cosiddetti "controlli negativi" sui tamponi prelevati per verificare la presenza di tracce di Amanda Knox e Raffaele Sollecito sulla presunta arma del delitto e sul frammento del gancetto del reggiseno della vittima. Questi controlli, scientifici sono previsti dal protocollo internazionale che secondo i tecnici dell'accusa non avrebbero seguito alla lettera nel processo di primo grado.

Il pm ha smentito questa mancanza ed ha presentato copia dei verbali in sede di gup, ribadendo che le stesse difese avevano analizzato e interrogato la dottoressa Stefanoni - perito dell'accusa - su questi aspetti. "La dottoressa Stefanoni - ha spiegato il pm Comodi - ha messo a disposizione i seguenti atti per il gancetto del reggiseno e aveva inoltre ribadito di avere anche i dischetti delle procedure per l'arma del delitto. Non erano stati allegati in un primo tempo, sia perchè non richiesti dalle difese e per una consuetudine tra periti. Ora chiediamo alla corte di acquisire questo materiale che va a dimostrare come si siano seguite tutte le procedure standard nelle analisi del dna".

Le difese di Amanda Knox e Raffaele Sollecito si sono dette contrarie all'acquisizione per documenti che risalgono ad oltre 3 anni fa. Per l'avvocato Della Vedova - legale di Amanda Knox - è la dimostrazione di come l'accusa non abbia mai messo completamente a disposizione i documenti del processo per le difese. L'avvocato Giulia Bongiorno invece ha spiegato che sono giuste le analisi dei periti super partes che hanno basato la loro inchiesta sul fascicolo d'Appello del processo, dove questa documentazione non era presente, come si evince oggi in aula con tre anni di ritardo

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ORE 12:04 - Per quanto riguarda il coltello ritenuto dall'accusa l'arma del delitto e sul quale la polizia scientifica ha isolato il dna di Meredith sulla lama e si Amanda Knox sul manico, il perito Carla Vecchiotti, rispondendo a una domanda dell'avvocato Maresca, ha riferito come "il profilo presente sulla lama, con l'interpretazione dei picchi cosi' come e' stata fatta dalla scientifica, cioe' sotto la soglia, puo' appartenere a Meredith kercher" ma "i livelli presi in esame non sono da considerare attendibili". Secondo l'esperta, inoltre, "manca la ripetibilita' del dato" che "e' un elemento indispensabile"

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PERUGIA - Ancora una volta, per il processo Meredith, si sta consumando in aula uno scontro acceso tra i periti superpartes richiesti dalla corte d'Appello e l'accusa dei pm Mignini e Comodi. Per l'ennesima volta si discute sulla quantità minima di dna per un'identificazione certa sui reperti chiave come il coltello - presunta arma del delitto - e il gancetto del reggiseno della vittima Meredith Kercher.

Il perito Vecchiotti ha ribadito che i profili genetici esaminati in prima istanza, che hanno poi portato alla condanna di Amanda Knox e Raffaele Sollecito, non sono scientificamente accertabili a causa della pochezza del dna individuato.

Alla domanda dell'avvocato Maresca - legale della famiglia Kercher - se "si può escludere la presenza di un profilo genetico di Meredith sul coltello" il perito Vecchiotti ha ribadito che anche per l'ipotesi di una compatibilità serve valore scientifico a causa della scarsa quantità di dna individuata, e questo non consente di ripetere le analisi, procedura fondamentale per accertare l'identificazione definitiva.

Si è aperta con la richiesta da parte del pubblico ministero Manuela Comodi di poter produrre i documenti relativi ai 'controlli negativi' svolti dalla polizia scientifica nei kit utilizzati per l'analisi dellle tracce di Dna, l'udienza del processo di appello a Raffaele Sollecito e Amanda Knox per l'omicidio di Meredith Kercher. Richiesta alla quale le difese dei due imputati si sono opposte.

In particolare l'avvocato Giulia Bongiorno, difensore di Sollecito, si e' opposta sostenendo come "il dato certo e incontestabile e' che nel fascicolo dell'appello questi elementi non ci sono". La Corte si e' quindi riservata di decidere successivamente.

L'udienza sta ora proseguendo con le domande del legale di parte civile della famiglia Kercher, l'avvocato Francesco Maresca, ai periti Stefano Conti e Carla Vecchiotti, dell'Universita' La Sapienza di Roma, incaricati dalla Corte d'Assise d'appello di Perugia di svolgere nuovi accertamenti genetici nell'ambito del processo. Al centro della perizia, in particolare, il coltello ritenuto dall'accusa l'arma del delitto e il gancetto del reggiseno della vittima.

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