PERUGIA - L'ateneo perugino tiene banco nella classifica nazionale: nono posto dopo le grandi università nel Nord. Il primato spetta al Politecnico di Torino, che, socondo lo studio del Sole 24 Ore, scavalca quello di Milano, balzando dal quarto posto al primo.

Per il capoluogo umbro, invece, regge la formula del rapporto tra ricerca e fondi, sia interni che esterni, facendo guadagnare all'Università di Perugia il terzo posto in entrambi i settori.

Meno brillante il conseguimento della laurea nei tempi previsti: qui la graduatoria scivola al 28esimo posto con solo il 19,7 per cento dei laureati in corso. Idem per il fattore dispersione, sempre inquadrato alla casella 28 della graduatoria del sole 24 Ore.

Meglio per i "talenti" che accedono alle facoltà con il massimo voto conseguito alla maturità. Perugia, per i diplomati con 100/100 è al tredicesimo posto delle università statali e il 10,6 per cento degli immatricolati (riferimento all'anno accademico 2010-11).

Anche l'attravità è un punto forte per la nostra "UniPg", con un buon 14esimo posto 8su un totale mdi 58 atenei presi in considerazione) e un 33 per cento di studenti stranieri o provenienti da fuori regione.

Per quanto riguarda il contributo medio, le stime purtroppo rimangono alte: una famiglia paga circa 945 euro per mantenere il proprio figlio agli studi (il Politecnico di Milano è al primo posto con 1726) e Perugia è al 23esimo posto in graduatoria. L'Aquila resta il fanalino di coda con la posizione numero 61.

Tra tutte le stime prese in considerazione, l'Università di Perugia riesce comunque a tenere un alto livello di qualità e disponibilità di fondi per le ricerca, riuscendo a rimanere tra le prime dieci big università nel panorama nazionale. fermo restando che, come ha spiegato il Rettore Francesco Bistoni nell'ultimo incontro pubblico "Il futuro dell'Università", "se non c'è un'inversione di rotta sul piano dei finanziamenti e della qualità della ricerca, dovremo fare i conti con lo spettro della chiusura".

 

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