Violenza sessuale a Fano: Scarcerati i tre di Città di Castello
Di Armando Allegretti
ANCONA - Sono stati scarcerati ieri sera i tre diciassettenni di Città di Castello accusati dello stupro di una quindicenne a Fano. A confermarlo è stato Giancarlo Viti, uno dei legali dei giovani. Era stata proprio la difesa a chiedere al Riesame del tribunale dei minorenni di Ancona la revoca della custodia in carcere, sostenendo che le eventuali esigenze cautelari potevano essere tutelate anche con una misura meno pesante.
Il gip del tribunale dei minorenni di Ancona Danila Indirli, il 9 luglio scorso, aveva respinto una prima richiesta dei difensori, confermando in sostanza la sussistenza delle esigenze cautelari. All’udienza di riesame, le difese avevano sostenuto che, tra l’altro, non vi erano gravi indizi di colpevolezza a carico dei tre, che erano finiti in carcere rispettivamente a Bari, Firenze e Roma. Dunque i difensori avevano chiesto ai giudici di riesaminare l’intero quadro indiziario e cautelare.
Secondo l’accusa, il 25 giugno scorso, vicino ad uno chalet sulla spiaggia dell’Arzilla a Fano, durante i festeggiamenti per la Notte Bianca, i tre stuprarono uno dopo l’altro per circa mezz'ora la minorenne, conosciuta quella sera, minacciandola poi perchè non rivelasse nulla dell’accaduto. I segni di costrizioni (lesioni alle ginocchia e a una spalla) riscontrati sulla ragazza nel primo referto medico confermerebbero, sempre secondo l’accusa, la violenza. Mentre gli indagati, pur non negando di aver avuto contatti sessuali con la giovane, negano di averla costretta ad appartarsi e di aver commesso violenza sessuale su di lei.
I motivi del provvedimento - E' stata revocata il venire meno dei gravi indizi di colpevolezza l'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dei tre diciassettenni di Citta' di Castello accusati. Provvedimento disposto dal tribunale del riesame presso il tribunale per i minorenni delle Marche che ha cosi' accolto le richieste dei difensori dei tre giovani.
Per i giudici dall'esame degli atti ''emerge un quadro indiziario di preoccupante equivocita'''. ''E che non puo' connotarsi - sostiene il collegio nella motivazione del provvedimento - di quei caratteri di gravita' tali da rendere oggi il giudizio di responsabilita' assai prossimo alla certezza e tale, quindi, da legittimare la emissione della misura cautelare''. Giudizio comunque espresso ''nelle more di un pur auspicabile tempestivo approfondimento della effettiva portata della vicenda attraverso lo strumento per altro gia' attivato dell'incidente probatorio''.

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