PERUGIA - Notissimi autori di arte contemporanea nazionali ed nternazionali. E milioni e milioni di euro. Trentacinque per l'esattezza distribuiti in 25 rendiconti bancari, tutti movimentati, che hanno consentito di ricostruire il “modus operandi” dell'imprenditore con il "debole" dell'arte.

Tra investigazioni e controlli incrociati nei confronti dei clienti e fornitori dislocati nell’ambito del territorio nazionale, alla Guardia di Finanza è stato possibile rilevare i plurimi rapporti di conto corrente intestati al commerciante verificato e ingrassati con i ricavi ottenuti dalla vendita dei quadri. 

Nel computo dell'evasione ci sono anche 350 mila euro di IVA incassata nel corso dell’attività e non versata all’erario.

Secondo le ricostruzioni dei militari della Compagnia di Perugia la tecnica adottata, consisteva nella regolare emissione delle fatture di vendita ai vari clienti dimenticando poi di riepilogare le stesse nelle prescritte dichiarazioni annuali dei redditi per le annualità 2008 e 2009, mentre per le annualità 2006 e 2007, indicando un volume di affari sottostimato del 50% rispetto alle vendite effettuate e ricostruite.

Lo stesso soggetto, pur avendo dichiarato al fisco la cessazione della propria attività, di fatto ne ha continuato l’esercizio, non adempiendo più agli obblighi imposti in materia fiscale e tributaria arrivando a distruggere o occultare documenti e scritture contabili obbligatorie, convinto di poter aggirare ed eludere i controlli.

L’imprenditore è stato segnalato all’A.G. competente per le ipotesi di reato di omessa presentazione delle dichiarazioni, occultamento e distruzione delle scritture contabili obbligatorie, falso ideologico, ricettazione e trasferimento fraudolento di valori e altre utilità.
 

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