La violentano in tre sulla spiaggia, la Notte Bianca di Fano diventa un incubo
FANO (PESARO URBINO) - Una quindicenne e' stata violentata sulla spiaggia di Fano, mentre la citta' festeggiava, dopo la mezzanotte, la notte bianca nella zona del Lido.
Sulla violenza stanno indagando i carabinieri, che sono alla ricerca di tre ragazzi, forse anche loro minorenni, responsabili della violenza confermata dai medici del pronto soccorso, che hanno visitato la ragazzina.
Secondo una prima ricostruzione dei fatti, la quindicenne era in compagnia di alcune amiche e, insieme, avrebbero conosciuto tre ragazzi durante la serata; sembra che questi l'abbiano strattonata per un braccio per trascinarla via verso la spiaggia, dalla quale e' tornata in evidente stato di choc per ritrovare le amiche. I carabinieri sono alla ricerca anche di eventuali testimoni dell'episodio.
I responsabili potrebbero essere dei minorenni arrivati a Fano dall'Umbria. Questa una delle piste seguire dai carabinieri che stanno ricostruendo il mosaico del macabro accaduto che ha sconvolto la Notte Bianca della giovanissima ragazza sulla spiaggia dell'Arzilla.
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Secondo i primi elementi emersi, i tre ragazzi sarebbero stati alticci, mentre la quindicenne era sobria. Dopo avere fatto conoscenza il gruppo avrebbe cominciato a camminare sul lungomare e la ragazzina, anche lei italiana, sarebbe rimasta indietro con i maschi, che ad un certo punto l'hanno trascinata sulla spiaggia, dietro ad alcune cabine, dove si e' consumata la violenza.
Le altre amiche non si sono accorte subito di quanto stava avvenendo e probabilmente hanno pensato che si trattasse solo di uno scherzo un po' pesante. L'aggressione, avvenuta poco prima di mezzanotte, e' durata meno di mezz'ora, in un momento di grande confusione, mentre i festeggiamenti per la Notte Bianca erano al culmine e c'era molta gente nella zona.
La ragazzina e' quindi tornata dalle amiche in stato di choc. Accompagnata in ospedale, i medici hanno riscontrato lesioni e segni di violenza sessuale. A sporgere denuncia per violenza sessuale e' stata la madre della ragazza.
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Comune di Fano: "Vicini alla vittima".- «Questi fatti sono da condannare, non c'è bisogno di aggiungere altro» dicono in coro il sindaco di Fano Stefano Aguzzi e l'assessore al turismo eventi e manifestazioni Alberto Santorelli a proposito dell'episodio di violenza sessuale di gruppo denunciato da una quindicenne. In una nota diffusa da Officina Nuova, che ha organizzato la Notte Bianca fanese, gli amministratori esprimono vicinanza «alla ragazza vittima della violenza e a tutta la sua famiglia». L'amministrazione comunale insieme al Prefetto e a tutte le forze dell'ordine aveva messo a punto un piano per l'ordine pubblico e la sicurezza attraverso una serie di incontri organizzati proprio per la Notte Bianca. «Un grande dispiegamento di polizia stradale, personale del commissariato, carabinieri, vigili urbani e guardia di finanza, per tutta la notte hanno svolto controlli di ogni genere - si legge nella nota - sia in centro sia nella zona mare perchè sapevamo che in città sarebbero circolate decine di migliaia di persone». Il Comune intende fare «di tutto per dare il nostro contributo alla forze dell'ordine, che ringraziamo anche per tutto il lavoro svolto nella notte ieri, per riuscire ad assicurare alla giustizia gli autori di un gesto così vile». Domani ci dovrebbe essere un incontro dei partiti di maggioranza e minoranza.
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Violenza sessuale alla Notte bianca, la sofferenza della diocesi - Nel giorno in cui la Chiesa celebra solennemente il Corpus Domini (Corpo e Sangue di Cristo) presente nell’Eucaristia la Diocesi di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola – rende noto Don Giacomo Ruggeri, Portavoce del Vescovo Trasarti – esprime tutta la sua sofferenza e vergogna per l’atto di violenza a danno di una adolescente nel corso della “Notte bianca” nella città di Fano. Le prime parole sono per la famiglia della ragazza e per lei stessa: una qualsiasi forma di violenza, specie quella fisica, segna coscienza e cuore per sempre. Anche il tempo fatica a cancellarle.La coincidenza con la solennità cristiana del Corpus Domini – prosegue il Portavoce del Vescovo – ci deve far riflettere sull’accellerata e pseudo emancipazione che le ragazze di oggi hanno acquisito rispetto alle loro coetanee di alcuni fa. Mentre si ribadisce la ferma condanna di quanto accaduto si assiste ad una sempre più accentuata esibizione del proprio corpo. Il corpo è un dono, il corpo è sacro. È un regalo grande che la vita ha fatto ad ogni persona e non può essere mai pensato come ostentazione di sé e tanto meno come oggetto. Di qui un appello ai genitori: l’educazione all’effettività dei figli passa anche (e non solo) attraverso la propria testimonianza di padre e madre in casa, nel modo di parlare e crescere nell’amore, nella stessa modalità di vestirsi perché siamo consapevoli che tutto parla di noi (parlare, vestire, amare, crescere, servire, uso del denaro, dei beni propri e del posto dove si vive) e tutto diviene linguaggio.In tante parrocchie della Diocesi nei prossimi giorni prenderanno avvio campi scuola, esperienze di condivisione e di servizio. Per la ragazza, vittima di quanto accaduto – evidenza don Ruggeri – partecipare ad una di queste esperienze proposte dalle parrocchie può aiutare a vivere e condividere concretamente con tanti ragazzi/e che amano la vita senza disprezzarla, che vivono il rapporto con il proprio corpo e quello dell’altro in modo sano senza farsi gioco di esso, che non tutti i ragazzi sono malati.Ai giovani invece che si sono macchiati di una ferita indelebile cosi forte, e alle loro famiglie, non si chiede solo un profondo e onesto esame di coscienza, ma si invita loro a guardare alle settimane, ai mesi e agli anni futuri, evitando di dimenticare troppo velocemente quanto accaduto. Unitamente al riconoscimento della colpa (che non può essere sufficiente) ci sia un serio, profondo, maturo cammino di recupero della propria identità di persone, del senso del dovere e del rispetto alla vita propria e altri, al valore del sacrificio, del denaro in tasca frutto di lavoro guadagnato con il sudore, in una società che ha attutito ogni desiderio perché tutto è facilmente reperibile imbarbarendo ogni istinto.A questi giovani, rei di quanto compiuto – conclude il Portavoce del Vescovo – invitiamo a vivere un tempo molto prolungato al fianco di senza fissa dimora, servendo i pasti alla mensa dei poveri, in una casa per ragazzi e ragazze diversamente abili, imboccando chi non riesce a mangiare e facendo delle notti al fianco di ammalati in ospedale. Gesti quotidiani come questi, che i ragazzi non conoscono più, possono illuminare la coscienza, aiutando a ritrovare lo sfuocato senso di dignità umana che si deve ad ogni persona.
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Sono di Città di Castello i tre minorenni autori dello stupro - Sono stati identificati e denunciati dai carabinieri i tre minorenni che, la scorsa notte, hanno violentato una quindicenne sulla spiaggia di Fano, mentre in citta' si festeggiava la 'notte bianca'. Sono tutti e tre di Citta' di Castello (Perugia) e si trovavano in vacanza a Fano, con i genitori.
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Città di Castello: sono bravi ragazzi di buona famiglia - Bacchetta sconvolto - Sono conosciuti a Citta' di Castello come ragazzi ''di assoluta serieta''' e appartenenti a famiglie ''senza alcun disagio sociale'', i tre minorenni denunciati a Fano dai carabinieri con l'accusa di avere usato violenza sessuale di gruppo nei confronti di una quindicenne, la scorsa notte, lungo la spiaggia dell'Arzilla.
Nel centro umbro la notizia si e' diffusa nel pomeriggio. Chi li conosce parla di studenti che finora non hanno avuto mai problemi con la giustizia. I loro genitori sono stimati in citta' e impiegati spesso in lavori di responsabilita'. Nuclei ''perfettamente integrati'' nel tessuto sociale. ''Tutti di buona famiglia'' ripete ancora chi conosce i tre.
''Sconvolto'' dalla notizia si e' detto il sindaco di Citta' di Castello, Luciano Bacchetta. ''E' una vicenda drammatica - ha aggiunto - che vivo prima di tutto umanamente. Che coinvolge la famiglia della quindicenne e quelle dei tre ragazzi denunciati''. Accertamenti sono stati condotti dai carabinieri di Citta' di Castello su richiesta dei loro colleghi marchigiani. In particolare per risalire dai nomi di battesimo forniti dalla quindicenne alle loro identita'.
I tre ragazzi sono studenti delle superiori. Al momento la Procura minorile sta valutando quali provvedimenti prendere. I carabinieri sono riusciti a risalire a loro dopo avere ascoltato decine di ragazzini, accompagnati dai loro genitori, che erano presenti in quel momento nei pressi del luogo in cui si e' consumata la violenza. Per rintracciarli, dopo un primo tentativo nelle loro abitazioni in Umbria, i carabinieri hanno poi passato al setaccio alberghi e campeggi di Fano.

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