PERUGIA - Si parla di effusioni al di fuori della struttura scolastica. Lei nega tutto, il giovane non parla e la madre del 14enne afferma disperata: "E' come se fosse rimasto stregato. Mio figlio è ancora innamorato di lei".

Ma sul caso è stato già aperto un fascicolo e la professoressa è stata rinviata a giudizio il 16 aprile prossimo per atti sessuali con un minorenne. 

 I fatti risalgono a dicembre 2009 e le indagini scattarono su denuncia dei genitori ai carabinieri. Il gup ha basato la sua decisione anche sulle quasi 250 telefonate e 350 sms tra il dicembre 2009 e il febbraio 2010 che, secondo i tabulati telefonici, sarebbero intercorse tra il telefono cellulare della donna e quello del ragazzino. Messaggi che avrebbero contenuto anche testi anche molto spinti.

La professoressa, difesa dagli avvocati Diana Iraci e Luca Patalini, ha sempre negato che tra lei e il 13enne ci fosse un rapporto, dicendo che fosse lui a "darle il tormento" e che lei si sarebbe limitata a seguirlo dal punto di vista didattico per aiutarlo a superare le sue difficolta'.

I genitori del 13enne si sono costituiti parte civile nel procedimento, chiedendo 100mila euro di risarcimento per i danni causati all'adolescente in quella delicata fase della crescita. A carico della donna erano stati aperti due procedimenti disciplinari ed era stata allontanata dall'istituto scolastico ma dopo un periodo di stop ha ripreso ad insegnare in un'altra scuola media sempre in provincia di Perugia.

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