Terni - Da domani al Csa Germinal Cimarelli "Partigiani Jugoslavi e Resistenza"
TERNI - Il film documentario racconta la vita di Rade Koncar, Segretario del Partito Comunista Croato, giustiziato dagli italiani nella Seconda Guerra Mondiale e di sua moglie Dragica, barbaramente uccisa, nello stesso periodo, dagli ustaša che collaboravano con le forze di occupazione.
La ricostruzione storica è integrata dalle testimonianze di Bude Koncar, fratello e cognato dei protagonisti, Slavko Lukas, processato dagli italiani assieme a Rade Koncar e di numerosi partigiani e antifascisti del luogo.
Il saggista Giacomo Scotti offre ulteriori spunti per riflettere sull’occupazione italiana della Jugoslavia.
La Jugoslavia è vista negli anni precedenti la Seconda Guerra Mondiale, caratterizzati dalla crisi economica e dalle lotte sindacali, durante la criminale occupazione tedesca e italiana, fino alla liberazione.
I testimoni intervistati vengono raggiunti viaggiando nella ex Jugoslavia, tra i ricordi del passato, spesso deturpati e la nuova organizzazione economica e statale.
SABATO 21 MAGGIO
ore 17:00 puntuali presentazione dei libri
"A TE MIA DOLORES"
a cura di Giacomo Scotti
La Resistenza jugoslava fu il più deciso e concentrato Movimento di liberazione nazionale in Europa. Il libro narra la lotta epica di uomini e donne, combattenti della Resistenza contro Fascismo e Nazismo; un diario-racconto dall'aprile 1941 all'estate 1945 che ci conduce dalle piazze di Belgrado alle aspre montagne del Montenegro, della Lika, della Bosnia e dell'Erzgovina, al seguito delle Brigate partigiane.
E
"I PARTIGIANO JUGOSLAVI NELLA RESISTENZA ITALIANA"
di Andre Mantocchia
«Che ci facevano questi Jugoslavi in Italia? Da tale domanda, apparentemente ingenua e disarmante, prende le mosse una minuziosa ricostruzione delle attività militari accadute sull'Appennino e sul versante del basso-adriatico, grazie a testimonianze e documenti la cui dispersione ha accompagnato la rimozione dell'intera vicenda.
Non erano certo invasori. Questi jugoslavi erano i prigionieri rinchiusi nei quasi duecento campi di detenzione fascisti in Italia (Renicci, Colfiorito, Corropoli...) fino all'8 Settembre del 1943 e che, una volta liberatisi, dettero un contributo efficace e decisivo alla Resistenza antifascista e antinazista italiana, irradiandosi dalla Toscana, all'Umbria, alle Marche, all'Abruzzo fino alla Puglia.
La ricerca inoltre individua il ruolo strategico della Puglia come “duplice retrovia” anche in relazione alle parallele vicende belliche nei Balcani; ruolo finora noto solo a pochi specialisti e in modo frammentario. Infatti, mentre in Puglia si costituivano brigate dell'EPLJ - Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia -, gli evasi jugoslavi dai lager della penisola animavano la lotta di Liberazione proprio nelle sue prime fasi lungo la dorsale appenninica, con episodi rilevanti, soprattutto in Umbria e nelle Marche, lasciando sul campo più di mille tra morti e dispersi.
Qui gli “slavi” - già esperti di guerriglia e fortemente motivati alla lotta antifascista per quanto avevano subito nelle loro terre - furono presentiquasi ovunque, costituirono proprie formazioni e presero parte alle azioni più importanti.
Nella ricerca sono inoltre discusse le ragioni politico-storiografiche di questa rimozione, così da fornire un importante contributo al dibattito metodologico sulla storia della Resistenza poiché si oltrepassa la chiave di lettura nazionale, solitamente schiacciata sul rapporto CLN-monarchia-Alleati.
Intervengono gli autori e ne discutono:
Claudio Del Bello (editore)
Marco Venanzi, Angelo Bitto, Renato Covino (storici)
Tamara Bellone (autrice di Rate Koncar)
Rajka Veljovic (sindacalista zastava kragujevac- Serbia)
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