Il caso/ Processo Cucchi: al momento dell'arresto stava bene
da rassegna.it -
ROMA - E' iniziato oggi (giovedì 28 aprile) il processo per la morte di Stefano Cucchi. Il procedimento si è aperto stamani a Roma, presso la III Corte d'Assise, con la convocazione di otto testimoni, tutti carabinieri. Cucchi, romano di 31 anni, fu arrestato dai carabinieri per possesso di droga il 15 ottobre 2009 al Parco degli Acquedotti della capitale. Fu ritrovato morto il 22 ottobre nella struttura di medicina protetta dell'ospedale Pertini. Sul suo corpo, sono stati quindi evidenziati dall'autopsia segni di gravi lesioni.
Davanti alla Corte, sono dodici le persone imputate: sei medici che si occuparono del giovane (Aldo Fierro, Silvia Di Carlo, Flaminia Bruno, Stefania Corbi, Luigi De Marchis Preite, Rosita Caponetti), tre infermieri (Giuseppe Flauto, Elvira Martelli e Domenico Pepe) e tre guardie carcerarie (Nicola Minichini, Corrado Santantonio e Antonio Domenici). A seconda delle singole posizioni processuali, i reati contestati sono: lesioni e abuso di autorità, favoreggiamento, abbandono di incapace, abuso d'ufficio e falsità ideologica. Lo scorso 25 gennaio il direttore dell'ufficio detenuti, Claudio Marchiandi, è stato condannato a due anni con rito abbreviato.
I pubblici ministeri, Vincenzo Barba e Maria Francesca Loy, nella prima udienza hanno ascoltato gli otto carabinieri che quel 15 ottobre effettuarono l'arresto per detenzione di sostanza stupefacente a fini di spaccio.
Ed è già emersa una testimonianza significativa. A fornirla è stato il maresciallo dei carabinieri, Roberto Mandolini. Quando fu fermato Stefano "stava bene - ha dichiarato -, era tranquillo e spiritoso. Aveva le occhiaie e i tratti di un tossicodipendente". E ancora: "L'unica sua preoccupazione era per la reazione che avrebbe avuto la famiglia per la cattura. Disse che non stava molto bene con il fegato, forse era epilettico, ma parlò soprattutto della sua tossicodipendenza". Secondo questa deposizione, il ragazzo non presentava dunque lesioni al momento del fermo.
Il maresciallo ha quindi proseguito: "Cucchi lo trovammo nei pressi dell'Appio Claudio mentre stava cedendo sostanza stupefacente. Avevamo avuto una relazione confidenziale che ci aveva indicato come nei pressi c'era dello spaccio". Nel corso della notte, poi, il giovane fu portato alla caserma di Tor Sapienza. "Era stanco dopo la perquisizione - ha concluso Mandolini -, non volle mangiare ma solo bere, voleva andare a riposare. Niente di strano o di diverso nelle sue condizioni rispetto al momento dell'arresto".




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