Barbara Isidori

 

Nonostante la qualificazione dei suoi alla finale di Coppa Italia il presidente Damaschi è arrabbiato. Molto arrabbiato con la squadra. “Da salvare c’è solo la finale di Coppa. Per il resto buttiamo tutto” ha detto subito dopo la gara abbastanza scuro in volto.
“E’doveroso fare i complimenti al Pontisola per come ha giocato oggi. La squadra era ben messa in campo, ha giocato con concentrazione senza mollare mai” ha continuato “Nel computo dei 180 minuti noi abbiamo meritato per la gara di andata ma oggi proprio no”.


La cosa che non è andata giù al patron perugino è stato il modo con cui la squadra è scesa in campo. Pensando che fosse tutto troppo semplice. “Abbiamo completamente sbagliato l’approccio alla partita. Non abbiamo vinto un contrasto, eravamo sempre per terra mentre i giocatori del Pontisola erano sempre sul pallone. Evidentemente hanno un fornitore di scarpe migliore del nostro” scherza ma non troppo Damaschi “L’atteggiamento di tutti i giocatori non mi è piaciuto per niente. Anzi sono preoccupato, alla luce di oggi, per le 7 partite di campionato che restano da giocare”.


E il pensiero va subito alla prossima partita. Quella contro la Pontevecchio che si giocherà domenica di nuovo al Curi. “Domenica ci aspetta una partita difficilissima. Loro verranno a fare la partita della vita giocando con il sangue agli occhi. Ed è giusto così. Io al posto loro farei la stessa cosa” ha commentato “Abbiamo 72 ore per recuperare le energie e soprattutto cambiare atteggiamento. Domenica voglio vedere tutta un’altra partita”.
E’proprio quello che non va. Soprattutto perché non è la prima volta. “Vedere continuamente che la squadra sbaglia modo di approcciarsi alle partite è scocciante. Gli altri lo hanno capito e giustamente ne approfittano. Ormai lo sanno anche i muri che regaliamo i primi minuti della partita. Ci capita sempre. La partita con il Deruta e l’Arezzo ne sono esempi recenti. Siamo diesel mescolato con acqua” ha commentato “La causa? Il clima di euforia generale forse ha contagiato la squadra ma bisogna tornare subito nei ranghi. Abbiamo speso molte energie mentali questo periodo e questo lo capisco ma allo stesso tempo non sopporto un Perugia come quello che si è visto oggi”.


Nell’intervallo Damaschi è sceso negli spogliatoi a spronare la squadra. Ma stavolta anche le sue parole evidentemente non hanno fatto troppo effetto. “Sono andato a parlare con i ragazzi ma francamente non è una cosa che mi piace fare. Oggi l’ho dovuto fare perché davvero non mi sembrava il caso di continuare a giocare in quella maniera” ha detto ancora.


Tornando alla partita di oggi dalla parte del Perugia c’erano anche tanti assenti e giocatori, vedi Fiordiani e Radi, che tornavano in campo dopo una lunga pausa. “Ci è mancato qualcosa ma questa non può essere una giustificazione. Chi era oggi in campo doveva fare qualcosa in più e meglio. Nessuno ha fatto il suo dovere. I giocatori del Pontisola non sono mai scivolati noi abbiamo passato la metà del tempo con il sedere per terra. La fortuna ci ha assistito ai rigori. Forse perché avevamo le giubbe rosse di Garibaldi e qualcuno ci ha aiutato” ha concluso Damaschi.

 

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