Nessuna firma sui lavori, solo compiti di coordinamento

Negli atti relativi all'assegnazione dei lavori o alla predisposizione di gare per le opere del G8 che doveva tenersi alla Maddalena nessuno ha la firma di Guido Bertolaso. Lo hanno sostenuto i suoi difensori nella memoria presentata alla procura di Perugia nell'ambito dell'indagine sugli appalti per i Grandi eventi. I legali - gli avvocati Filippo Dinacci e Giovanni Dean - hanno sottolineato che la qualita' di commissario attribuita all'ex capo della Protezione civile ''comportava esclusivamente un'azione di coordinamento delle iniziative e degli interventi". Compiti "del tutto avulsi - sostengono i difensori - dalle attività gestionali, con specifico riferimento agli adempimenti contrattuali oggetto di contestazione". Nella memoria si sottolinea quindi "l'errato convincimento dal quale muove la procura" sulla ipotizzata dipendenza del Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo da Bertolaso, quale capo Dipartimento della protezione civile. Secondo i suoi difensori "contrariamente a quanto sostenuto nell'addebito, non esiste e non è mai esistita alcuna connessione, tanto meno in termini di subordinazione". I legali hanno evidenziato la "totale indipendenza" da Bertolaso della Struttura di missione incaricata degli interventi per il G8. Per dimostrare tutto ciò, nella memoria è riassunta anche una conversazione telefonica tra il sottosegretario Gianni Letta e Angelo Balducci del 30 maggio del 2008. "Gianni Letta riferisce che la Brambilla - si legge nel documento - gli ha preannunciato la nomina del nuovo capo Dipartimento (del turismo - ndr) e gli chiede se è d'accordo con la nomina e se è sua volontà di ritornare al ministero delle Infrastrutture, mantenendo il coordinamento delle Strutture di missione. Balducci conferma e gli chiede un incontro; Letta gli risponde di mettersi in contatto con la sua segretaria e di fissare un appuntamento dopo il 2 giugno". Secondo i difensori di Bertolaso, l'intervento dell'allora capo della Protezione civile contribuì invece a ridurre del 50 per cento i costi per gli appalti alla Maddalena.

Al Salaria sport village solo per un massaggio

Il 14 dicembre del 2008, Guido Bertolaso si reco' al Salaria sport village solo per un massaggio, che poi venne eseguito da Monica.
Secondo i magistrati perugini Bertolaso avrebbe invece ricevuto quella sera prestazioni di natura sessuale, in cambio poi di favori all'imprenditore romano Diego Anemone, nell'affidamento degli appalti. Dopo aver ricordato che il loro assistito dal 12 novembre del 2008 era titolare di un abbonamento presso il Salaria Sport Village che gli dava accesso a molteplici servizi anche presso il centro benessere, i legali di Bertolaso, nella loro memoria difensiva, sostengono che il 14 dicembre del 2008, l'ex capo della protezione civile "in ragione del forte stress accumulato a causa del noto evento di esondazione del Tevere che lo ha visto impegnato in prima linea per svariati giorni" aveva fissato " due ipotesi alternative di orario che gli consentissero comunque nell'arco della giornata, compatibilmente con i propri impegni, di poter effettuare il consueto massaggio". "Solo all'ultimo momento, in considerazione della situazione di allerta connessa all'esondazione del Tevere - si legge nella memoria -, Bertolaso avvisa che andra' alle 21.30 anziche' alle ore 15.30, evidentemente confidando nella consueta presenza di Francesca". "Alle ore 21.30 - si legge nella memoria - Bertolaso, giunto al Salaria Sport Village, trova Monica anziche' Francesca, che aveva dato la propria disponibilita' solo per le 15.30 e provvede a farsi eseguire solo un massaggio".

Mai rilievi durante la sua carriera

Nel corso degli anni Guido Bertolaso "ha gestito 29.130.295.550,10 di euro, pari a oltre 56.404.310.991.790 di lire, senza che siano stati mossi dagli organi di controllo rilievi di sorta o siano state attivate azioni di responsabilita' per qualsiasi causa".
Nella memoria i legali compiono un breve excursus sulle attivita' di gestione di risorse economiche compiute dall'ex capo della Protezione civile nel corso della propria carriera al servizio della Pubblica amministrazione (Dal 1982 al 1989 come responsabile del settore sanitario del Dipartimento della cooperazione allo sviluppo del Ministero degli affari esteri; dal 1990 al 1993 come capo Dipartimento per gli affari sociali presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri; dal 1998 al 2001 come Vice commissario vicario per il Grande Giubileo dell'anno 2000; dal 1998 al 2001 come direttore dell'Ufficio nazionale per il servizio civile; dal 2001 al 2010 come capo dipartimento della Protezione Civile), ricordando anche come ogniqualvolta sono state promosse campagne di raccolta fondi, a seguito di avvenimenti catastrofici accaduti nel corso degli ultimi 9 anni e i cui proventi sono stati affidati al Dipartimento della Protezione civile per il loro utilizzo, Guido Bertolaso si e' sempre "prodigato per garantire la massima trasparenza ed efficacia nell'utilizzo delle considerevoli somme raccolte, assicurando una informazione del loro impiego capillare e dettagliata". Nella memoria si evidenzia, inoltre, come Bertolaso, nel corso degli ultimi anni al Dipartimento di Protezione civile, ha attivato 182 visite ispettive che hanno comportato 80 denunce alla Corte dei Conti, 12 alla Procura regionale della Corte dei Conti e 9 alla procura della Repubblica".
 

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