Damaschi:"Alla squadra ho chiesto 50 giorni di guerra. Pontevecchio? vedremo..."
Barbara Isidori
A tenere banco questi giorni in casa del Grifo è la questione della gara contro la Pontevecchio. Il presidente della squadra del Ponte, Monsignori, aveva chiesto che la gara invece che a Ponte San Giovanni fosse disputata al Curi. Una richiesta fatta per permettere ad un folto pubblico, quale sicuramente ci sarà, di poter assistere ad un match stracittadino in un impianto adeguato all’occasione. Quello di Ponte San Giovanni è omologato per 680 spettatori. Con tutti il rispetto. Non adeguato a conteenre i tifosi del Perugia. Le alternative non sembrano molte e per cui con molta intelligenza Monsignori aveva chiesto di giocare comunque la partita al Curi. Stessa cosa fatta dall’Assessore del Comune di Perugia Ilio Liberati che aveva fatto espressa preghiera di trasformare la partita in un giorno di festa sportiva. Tutto ok per il Perugia.
E allora il problema? Sembrerebbe non esserci. E invece eccolo che spunta. Perché ad eccepire sulla scelta di giocare al Curi ci si è messo il Todi. La società,infatti, ha inviato una lettera alla LND per chiedere che la gara tra Pontevecchio e Perugia si svolga regolarmente a Ponte San Giovanni e non al Curi. Motivo? Secondo il Todi in questo modo si falsa il campionato giocando in uno stadio che poi fa parte dello stesso Comune. Loro hanno deciso così. La patata bollente adesso è nelle mani del Prefetto che dovrà decidere in base a problemi di ordine pubblico. E a parlare allora è il presidente Damaschi. “Sinceramente di ufficiale da parte del Todi non ho ricevuto ancora niente. Noi da parte nostra non abbiamo fatto nessuna mossa. In questo caso siamo soggetti passivi. Ci è stato chiesto dalla Pontevecchio di giocare al Curi. Non lo abbiamo certo fatto noi che possiamo giocare dovunque facendo il nostro dovere. Vincere e cercare di fare bene”.
Insomma per il patron perugino non fa differenza giocare al Curi o a Ponte San Giovanni. L’unica problematica deriva dai tifosi che molto probabilmente non potranno partecipare al match. “L’unico dispiacere per me è privare i tifosi di una gara stracittadina che sentono tantissimo. Non è possibile che si pensi che noi avremmo un vantaggio nel giocare al Curi. Anzi. E poi noi non lo cerchiamo. Alla fine immaginavo che la proposta di giocare da noi non mettesse tutti d’accordo”.
Evidentemente a qualcuno il fatto che il Grifo sia primo in classifica da solo da particolarmente fastidio. Soprattutto a chi sta dietro. “Nessuno vuole vincere il campionato e poi…” ha aggiunto il presidente “Nei fatti credo che molti vorrebbero raggiungere invece qualcosa di importante. Il Todi per esempio è una squadra viva e presente e che forse, tra tutte, ha il calendario migliore” ha commentato ancora.
Nei prossimi giorni comunque si capirà dove si giocherà questa benedetta partita.
Intanto però nell’immediatezza per il Grifo c’è da affrontare la Sestese. Un avversario ostico e che di sicuro non regalerà niente ai biancorossi. “La partita più importante è quella da giocare per cui sarà importante dirottare l’attenzione in questo senso” ha dichiarato Damaschi “Ho chiesto a tutti i giocatori di tenere la barra dritta senza abbassare la guardia. La Sestese ha dato fastidio un po’ a tutti e lo stesso farà con noi. Andremo a giocare domenica con una formazione rimaneggiata ma che comunque sarà lo stesso competitiva e faremo del nostro meglio”.
Marzo sarà per il Perugia un mese cruciale tra campionato e Coppa e che si giocherà praticamente tutto in casa. Il presidente si è fatto qualche tabella di marcia? “Vincere sempre. Ecco fatta la tabella” dice più seriamente che altro il patron perugino “Bisogna cercare di vincere tutte le partite e magari uscire dal doppio confronto con Todi e Castel Rigone con ancora sei punti di vantaggio. Finché non saremo vincitori matematicamente dobbiamo solo mietere punti. Massimo rispetto per tutti ma non vogliamo fallire il nostro obiettivo”.
Insomma si prepara un periodo di fuoco per i grifoni che comincerà però dopo una sosta. “Ho qualche timore legato alla partita di domenica visto che le nostre ripartenze dopo le soste non sono mai state fulgide. Ai ragazzi però ho chiesto 50 giorni di guerra sportiva. Non possiamo mollare proprio adesso. Anzi adesso è il momento di spingere e arrivare allo scontro diretto contro il Castel Rigone con un bel vantaggio” ha concluso Damaschi.

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