Perugia/ La ventata di Matteo Renzi al Capitini con quasi mille persone
(Avi News) PERUGIA - “Un paese ormai alla frutta… in cui una generazione sta in panchina”. E’ questo il concetto che volevano indicare le cassette di frutta vuote al centro del ‘palco’ del Centro ‘Capitini’ a Perugia dove la sera del 18 febbraio il movimentatore – rottamatore Matteo Renzi, con una verve del tutto toscana, pungente e d’attacco, e con uno spirito intelligente da mattatore, ha saputo catalizzare l’attenzione dei presenti.
Quasi 1000 persone, non c’era più un posto libero. Tutti attentissimi ai passaggi di Renzi il quale, partendo con la musica dei Muse, ha toccato anni della storia d’Italia e del mondo per dimostrare l’esigenza del nuovo della politica, ‘una politica che è passione e non alchimia’. Una simbiosi tra spettacolo e politica, quella a cui abbiamo assistito ieri sera nel corso della presentazione del libro di Renzi, titolato “Fuori” (Editore Rizzoli), con cui l’autore lancia l’appello ad ‘uscire fuori dalla rassegnazione, dagli schemi, fuori dalla palude e dal politichese’. La ‘politica del nuovo’ ha visto insieme il sindaco di Firenze Matteo Renzi e il presidente della Provincia di Perugia Marco Vinicio Guasticchi per esortare tutti a tornare alla grande tradizione della politica di servizio, della politica intesa come passione.
“Non vogliamo creare una corrente – ha detto Guasticchi – vogliamo semplicemente aprire una importante discussione e veicolarne l’informazione con mezzi moderni. Dobbiamo riportare le persone a discutere, ad incontrarsi e non rinchiudersi, ad appassionarsi e a partecipare, aprire al nuovo e porci in modo nuovo, senza divisioni. Dobbiamo affermare il valore della politica e riportare l’entusiasmo di fare politica”. Rifiutando l’appellativo renzismo, ‘perché sembra una malattia’, il sindaco di Firenze, incalzando senza tregua, sulla questione Rosi Bindi, ha detto ‘basta ai ping pong tra noi, parliamo delle cose che servono agli italiani’. ‘Bisogna uscire fuori – ha detto – da un sistema bloccato, avere il coraggio di provare a cambiare qualcosa. Il Pd anzichè cambiare leader cambia nome, ma poi resta sempre con gli stessi. Chi ha fatto per troppi anni il parlamentare, deve lasciare il posto. Non si tratta di dire ‘giovani contro vecchi’ ma ‘merito contro rendita’, la rottamazione quindi come valore di merito. Ma i dinosauri non si estinguono da soli!”. E poi Renzi incalza ancora.
“E’ ora di farla finita con le storie del bunga bunga e delle società off shore”, e ancora “Berlusconi ha cinque anni meno di mia nonna” commentando che “dopo Berlusconi si volterà pagina e si salterà un turno”, e poi arriva il lancio di un messaggio di unità a livello romano. L’esortazione a cambiare è stata ripetutamente applaudita da un foltissimo e attentissimo pubblico, l’esortazione a riportare le persone a pensare, a discutere e ad appassionarsi, non più solo vecchie facce ma confronto con il nuovo. Guasticchi e Renzi hanno entrambi questa esigenza: aprirsi al nuovo, confrontarsi e discutere perché ‘se la politica è fatta bene è un’opportunità straordinaria’ e ‘si può andare verso un centro sinistra che può provare a raccontare un futuro’. ‘Basta con la politica che serve per sistemarsi e con l’idea che i politici sono quelli che rubano!’. E al termine Renzi chiude aprendo una scatola con disegni di bambini delle scuole di Firenze: ‘dovrebbero spingerci ad uscire fuori dalla rassegnazione’. E’ con un invito all’ottimismo che il sindaco di Firenze termina il suo libro.

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