Il giallo di Monte Tezio/ Si cerca l'arma del delitto
PERUGIA – I carabinieri hanno ripreso stamattina le ricerche dei resti di Olinto Leandri. Gli uomini del reparto operativo insieme ai sommozzatori cercano il coltello con cui Antonio Leandri ha fatto a pezzi il corpo del padre.
I RETROSCENA
Resti umani - Si trattava di parte di arti, nonche' di un paio di stivali. Dai primi esami era emerso che i resti potevano appartenere a una persona, probabilmente un uomo, morta da alcune settimane.
L'accusa - Il fermo ha riguardato Antonio Leandri, 53 anni, accusato di aver ucciso il padre Olinto, ottantottenne. A carico dell'uomo - hanno riferito gli inquirenti - sono emersi ''gravissimi indizi''.
L'indagine - Dall'indagine e' emerso che l'omicidio sarebbe stato compiuto a Perugia negli ultimi giorni di novembre. I resti della vittima sono stati quindi trovati il 19 dicembre scorso in un'area di addestramento per cani da caccia al cinghiale nella zona del Monte Tezio. Su di essi e' ancora in corso l'autopsia e la vittima e' stata identificata anche in base all'esame del Dna.
La collaborazione con il nucleo dei Ris - Negli accertamenti sono impegnati i carabinieri del reparto provinciale di Perugia e quelli del Ris. Oggi una lunga perquisizione e' stata compiuta nell'abitazione di Antonio Leandri.
Il pm Chicchella parla di "vicenda complessa" - Il magistrato che coordina l'inchiesta, Claudio Cicchella, ha parlato di ''vicenda complessa'', spiegando come siano ancora da comprendere le ragioni dell'omicidio. Il magistrato ha quindi espresso compiacimento per il lavoro svolto dai carabinieri.
Ieri i ritrivamenti del corpo smembrato di Olinto Leandri - Nuove parti del corpo di Olinto Leandri, tra cui la testa, sarebbero stati trovati ieri dai carabinieri del nucleo operativo di Perugia. I militari si starebbero muovendo sulla scorta delle indicazioni fornite dal figlio Antonio, fermato con le accuse di omicidio e soppressione di cadavere. Sulla vicenda gli inquirenti mantengono il riserbo assoluto, ma da indiscrezioni altre parti del cadavere, smembrato dopo l'assassinio, oltre a quelle rinvenute a fine dicembre sul Monte Tezio, sarebbero state rinvenute in diverse parti dell'Umbria, dove l'omicida le avrebbe disseminate. In particolare la testa in un fosso vicino San Terenziano nei dintorni di Todi.
Tracce di sangue nell'appartamento di via Cartolari - Nel frattempo i Ris di Roma continuano a lavorare nell'appartamento di via Cartolari, dove sarebbero state rinvenute tracce di sangue e dove, secondo le prime ricostruzioni, pare sia avvenuto l'omidicio negli ultimi giorni di novembre.
L'incontro di Antonio Leandri con il suo avvocato - E' avvenuto ieri mattina in carcere, dove Leandri ha avuto un lungo incontro con il suo legale Sabrina Castellani, che ha definito il suo assistito "sereno" anche se non è riuscito a dormire durante la notte. L'avvocato, che non ha voluto soffermarsi sui particolari dell'indagine, si è limitato ad affermare che durante l'interrogatorio di Leandri "sono emersi indizi di reato a suo carico che hanno portato al fermo".
LE RICERCHE PROSEGUONO
Sommozzatori all'opera - I carabinieri hanno ripreso stamattina le ricerche dei resti di Olinto Leandri. Gli uomini del reparto operativo insieme ai sommozzatori hanno da poco preso a scandagliare il fiume Chiascio nella zona di Torgiano.
Si cerca l'arma del delitto - Cercano il coltello con cui Antonio avrebbe smembrato il corpo del padre, dopo averlo ucciso con una mazzetta (un grosso martello), colpendolo in testa. Questa sarebbe stata gettata nel Tevere in zona Ponte San Giovanni, dove proseguiranno le ricerche piu' tardi.
Il mosaico si ricompone - Va cosi' pian piano ricomponendosi il macabro puzzle della ricostruzione del corpo di Olinto. Ieri e' stata ritrovata la testa che sarebbe stata messa in un secchio e coperta col cemento, prima di essere gettata in un torrente a San Terenziano, nella zona di Todi. Una gamba e un braccio erano invece nelle campagne di Bagnolo. Un femore, parte della spina dorsale e un braccio erano stati invece recuperati nel recinto di addestramento dei cani da cinghiale a fine dicembre sul Monte Tezio. Mancherebbe ancora all'appello il busto dell'uomo ucciso.

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