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Franco Cesario, Franco Di Lascia - Prc circolo "Peppino Impastato", Assisi Chi ha frequentato le scuole negli anni 70-80 sa che quasi mai il crocefisso era presente nelle aule scolastiche e ancor più raramente negli edifici pubblici in genere. L’Italia era la stessa: aveva, e ha, una cultura cristiano-giudaica. Nessuno mai, però, aveva sentito la necessità di ostentare una appartenenza religiosa, forse anche perché gli orientamenti religiosi sono da sempre una questione personale che si consuma nell’intimità delle proprie riflessioni. Oggi, in tempi oscuri di guerre religiose, di nuove crociate, in tempi di massicce intrusioni della chiesa per abbattere la laicità dello stato, il crocefisso è divenuto, senza proprie colpe ovviamente, non più un segno di pace, ma indiscutibilmente un segno di guerra. Per quanto ci riguarda bocciamo come ridicola la proposta del sindaco Ricci di mettere nei luoghi pubblici anche il presepe, sebbene sia una battuta che procede sulla falsa riga della provocazione. Crediamo che i sentimenti di solidarietà, di altruismo e di condivisione che dovrebbero appartenere alla cultura cattolica, ma che sicuramente appartengono a noi, dovrebbero essere non ostentati ma praticati ed è strano e stupefacente che delle questioni che riguardano di questi principi cristiani se ne faccia paladina la destra che per sua natura è antiegalitaria, escludente e che in Italia si distingue per l’accanimento con cui da la caccia ai migranti. In paesi ben più civili del nostro, come la Francia, seppur di secolare tradizione cattolica, nessuno si sognerebbe di mettere in un luogo pubblico, e quindi per definizione di tutti, un simbolo che potesse escludere anche una minima parte della popolazione. Per questo motivo non è permesso ai fedeli mussulmani portare il chador o il burqa nelle scuole pubbliche francesi ad esempio. Impraticabile la strada dell’esposizione di tutti i simboli religiosi e confessionali, tra l’altro non possibile in uno stato che si definisca pienamente laico, l’unica alternativa è la rimozione. Il papa eletto dopo la morte di Woytila ha cambiato molto l’orientamento dei fedeli italiani dando una svolta integralista al Vaticano; la destra italiana segue solo questo canale ciecamente e senza senso critico. Il sindaco Ricci (che pur di solito ha un atteggiamento mansueto) per essere coerente con l’idea francescana della città di Assisi e non solo con meri simboli, dovrebbe implementare una idea di accoglienza e di disponibilità verso chi ha bisogno, esattamente come faceva il santo poverello. Potrebbe dare un primo segnale concreto abolendo la scandalosa norma antimendicanti per esempio.  Condividi