Il settimo sigillo di Alessandro Seghetti Tra Grifo e S.Severino arcani legami
di Elio Clero Bertoldi
PERUGIA - Il settimo, in genere, risulta un sigillo definitivo. Ed il gol che Alessandro Seghetti, classe 2004, da San Severino Marche, ha segnato affondando la Recanatese al Curi, timbra l’inizio di una carriera, si spera per lui e per il Grifo, di grande spessore.
Di certo in questa stagione è lui che accende la scintilla e provoca un fuoco salvifico, anche quando la squadra fatica e soffre. Alessandro ha fatto vedere i classici sorci verdi ai suoi corregionali: un suo cross rasoterra ha attraversato la linea di porta respinto da Peretti; quindi è stato strattonato in area sempre da Peretti (l’arbitro - diciamo - non ha visto); poi ha effettuato uno slalom in mezzo a tre avversari con una conclusione di destro, che con un miracolo Meli ha deviato; infine il gol a giro. Una delizia tecnica. Forse con un pizzico di fortuna (deviazione impercettibile e involontaria di Morrone), che ha reso imprendibile la palla per il portiere avversario, ma tutti sanno che la Dea Bendata aiuta gli audaci.
La rete segnata dovrebbe anche scrollargli di dosso l’etichetta di giocatore da secondo tempo. A Chiavari contro l’Entella, domani sera, dovrebbe vestire la maglia da titolare.
Deve esserci, nella storia, un filo rosso che unisce realtà apparentemente lontane e diverse. Ricordate chi comandava, a fianco di Liggieri d’Andreotto, l’esercito vittorioso nella epica e iconica battaglia di Torrita di Siena nel 1358? Smeduccio I Smeduccio di San Severino Marche. Guidavano, il perugino ed il marchigiano, le truppe che travolsero i senesi agli ordini del tedesco Anichino Bongardo e di Nolfo d’Urbino e portarono via quaranta bandiere agli avversari, penetrando nel capolugo senese e razziando le catene, poi appese a palazzo dei Priori ai piedi del Grifo e del Leone, a perpetua memoria della grande vittoria. E molte donne del casato Smeducci, andarono spose, a patrizi perugini. Sangue mischiato tra perugini e sanseverinati (o, col tocco classico, settempedani, dal sito romano (Septempeda) scoperto in loco. E nei dilettanti del Settempeda militava Cristian Bucchi, prima di approdare a Perugia.
Non solo. Hanno lasciato opere d’arte a San Severino pittori perugini come Bernardino di Mariotto (1478-1566), che vi risiedette per una ventina di anni e lo stesso Bernardino di Betto, il Pinturicchio, insomma, le cui pale sono ancora esposte all’ammirazione dei visitatori nelle chiese e nella pinacoteca Tacchi Venturi della cittadina, oggi di circa dodicimila abitanti. Sì, nella storia, spesso operano fili invisibili che rendono luoghi e popoli amici fraterni.
Dai, Alessandro, continua a spaccare le partite. E rammenta che porti un Grifo all’altezza del cuore.

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