MELANCHON E L’ANOMALIA ITALIANA
Di Ciuenlai - La parola d’ordine oggi è “Ci vuole un Melanchon anche in Italia”. Ma, dando un’occhiata in giro è facile rispondere con una risata sarcastica. Perché la domanda oggi dovrebbe essere “Perché in Italia non c’è un Melanchon?”. In tutta l’Europa Mediterranea esistono formazioni di sinistra che superano spesso le due cifre (Podemos in Spagna, Malenchon in Francia, Syriza in Grecia e una raggruppamento che ha una sua decente consistenza anche in Portogallo). Di più in Germania resiste la Linke e in Gran Bretagna capita che nel partito Laburista una radicata sinistra di ispirazione marxista, prende talvolta le redini del socialismo anglosassone come recentemente accaduto con Corbyn. Da noi, nel paese Europeo che aveva il più alto tasso di “sinistricità”, questa tradizione è letteralmente scomparsa o ridotta a partito da prefisso telefonico o poco più.L’Italia, in questo campo, è una vera e propria anomalia, difficile se non impossibile da Risolvere. Huston abbiano un problema e si chiama PD. La tradizione, ammodernata e conformata alle realtà dei vari paesi, è stata mantenuta in larga parte dell’Europa. In Italia no!
Perché la trovata del Partito Democratico ha sconvolto tutto. La sua conformazione, tipica della destra moderata, ha permesso alla corrente conservatrice, inopinatamente ammessa a condividere una storia di cui non faceva parte, di impadronirsene e di cancellare Pci, Psi e tutte le altre forme di vero progressismo nostrano. Basta dare un’occhiata al cosiddetto gruppo dirigente per rabbrividire dal punto di vista politico.
E’ formato solo da moderati molto più a destra della stessa DC e dei suoi derivati, da cui gran parte di loro proviene. Letta, detto “un nome, una garanzia” (per i poteri finanziari), è il segretario, Boccia il factotum da spedire nei talk show, Gentiloni il commissario europeo e già basterebbe. Ma c’è di più, molto di più. Da lì provengono anche gran parte dei volti che vediamo quotidianamente in TV. Pina Picierno, Franceschini, Simona Bonafè, Anna Ascani , Guerini, Paola De Micheli , Leonluca Orlando, Realacci .Vengono invece dai liberali Marcucci, dalla “famiglia” Rutelli Monica Cirinnà, da esordi tra gli avversari del centrosinistra di Vicenza Alessandra Moretti, dai “Renziani” non pentiti Nannicini, Nardella e Serracchiani. E infine anche i pochi che hanno fatto un percorsi nella ex sinistra (Cito Veltroni, Orlando, Pinotti, Provezano, la Morani ecc,) sono ormai tutti di assoluta fede “dorotea”.
L’astrattismo indefinito del Lingotto (destra e sinistra non esistono più), conteneva il vero obiettivo del PD. Cancellare una cultura, che era stata a tratti egemone, per creare le condizioni perché quei valori, quegli ideali scomparissero dal panorama politico italiano. Bisogna metterci una croce sopra e non dare linfa a questa enorme anomalia. Non bisogna alimentare questo errore blu di una forza politica che ha una linea conservatrice e a tratti, reazionaria come per la guerra. Millantando di sinistra un soggetto politico che naviga in senso opposto, sono riusciti a resistere grazie a quel fenomeno che porta un bel po' di persone a sostenere, in buona fede, il meno peggio e il voto utile, “per arginare la destra”. Non rendendosi conto che in questo modo si da fiato alla vera destra di governo, quella che ha permesso la svendita del patrimonio pubblico, il dilagare del precariato, la legge Fornero , la riduzione di tutti i servizi a cominciare dalla sanità, che ha sostenuto atti di guerra in Serbia e in Ucraina contro i dettami costituzionali .
Senza avere chiaro che il Pd è il più pericoloso avversario delle masse popolari e agire di conseguenza, la sinistra in Italia non potrà mai risorgere. Eppure, non c’è il partito, non c’è una classe dirigente degna di questo nome, ma il materiale si. Fa parte del primo partito italiano ; l’astensionismo o di quel nucleo consistente di elettorato che girovaga tra quelle formazioni che giocano a fare l’antisistema (5 stelle, PD Renzi, Lega , adesso FDI ) , in attesa della vera alternativa che è tutta da costruire, partendo da un postulato inderogabile: la cancellazione di tutti gli attuali protagonisti .

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