Il 2022 si è aperto con due notizie. La prima è che nella città di Kodiak in Alaska si è raggiunto il record di temperatura, toccando quota 20 C°. Il riscaldamento globale è già qui e non ci salveranno tiepide misure di aggiustamento, né impegni rinviati al 2050. Così si scarica sulle giovani generazioni un fardello insostenibile. Il tempo di agire è oggi. 

La seconda notizia la fornisce il notiziario Bloomberg: nel 2021 il record dei mercati finanziari ha portato nelle tasche dei 500 più ricchi del pianeta ulteriori mille miliardi di ricchezza. Mentre milioni di persone nel mondo sono in condizioni di estrema povertà, oppure non arrivano alla fine del mese pur lavorando. Un’ulteriore dimostrazione di come il mercato non possa essere il regolatore della vita economica e sociale delle persone.  Entrambe le questioni, che i due anni di pandemia hanno solo fatto esplodere agli occhi di tutti, ci consegnano un compito per il 2022: riaffermare la centralità dei servizi pubblici e della persona, contro il predominio del mercato. 

Il mercato, per sua stessa definizione, fornisce un valore a tutto. Ma ci sono cose fuori scala, cui non è possibile assegnare alcun valore. E di conseguenza ci sono bisogni cui il mercato non può rispondere in nessun modo. 
È così che in un mondo dominato dall’ideologia del mercato, in cui il termine ultimo del “merito” è l’accumulazione, i bisogni fondamentali (la salute, il futuro, il diritto a vivere dignitosamente del proprio lavoro, il diritto a vivere in un ambiente sano) non vengono garantiti.

Ecco quindi il nostro 2022. Fra le pieghe di queste poche righe si possono leggere i diversi obiettivi politici che ci stiamo dando. Ovviamente a partire dal rafforzamento di Sinistra Italiana. Perché senza un partito forte, organizzato, capillare e solidale è davvero complicato rispondere a necessità così impellenti.

E ti preannuncio che nei prossimi giorni ci sarà qualche importante novità politica, che farà crescere Sinistra Italiana. Noi stiamo lavorando intensamente e abbiamo bisogno anche di te. 

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