Nei primi sei mesi del 2021 sono 538 le vittime sul lavoro registrate in Italia; di queste sono 444 quelle rilevate in occasione di lavoro, mentre 94 sono quelle decedute a causa di un incidente in itinere. Rispetto a fine maggio 2021, ci sono 104 vittime in più. L'umbria in una ipotetica zonizzazione delle sciagure è tra le regioni con il maggior numero di morti/numero di abitanti: 11 fino a ieri, con l'ennesino infortunio che ha causato l'ennesimo morto.

Il settore delle Costruzioni è quello che conta il maggior numero di lavoratori deceduti (51 dall’inizio dell’anno, 8 in più rispetto a maggio). Seguono: Attività Manifatturiere (41), Trasporto e Magazzinaggio (40 vittime da inizio anno), Commercio, Riparazione di autoveicoli e motocicli (31), Amministrazione Pubblica e Difesa (14), Sanità e Assistenza Sociale (13). La fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 45 e i 64 anni (314 su un totale di 444).

Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro nel primo semestre 2021 sono 40 su 444. Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro nei primi sei mesi del 2021 sono 58. Il lunedì continua ad essere il giorno in cui si è verificato il maggior numero di infortuni nei primi sei mesi dell’anno.

Con i numeri assoluti la Lombardia, come sempre, è la regione in cui si conta il maggior numero di vittime in occasione di lavoro a causa dell’elevato numero di lavoratori. Nel primo semestre 2021, in Lombardia si sono registrati 52 decessi. Seguono: Campania (49), Lazio (47), Puglia (41), Piemonte (38), Emilia Romagna (35), Veneto (32), Abruzzo (23), Sicilia (22), Toscana (21), Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia (12), Molise e Umbria (11), Calabria (9), Marche (8), Liguria e Basilicata (7), Sardegna (6), Valle D’Aosta (1). 

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