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Augusto Battisti Dopo le esternazioni apparse sulla stampa locale, chiedo di essere ospitato sul Vs. giornale per rendere note alcune riflessioni che svolgo a titolo come sempre personale in ordine alla mancata elezione di Catiuscia Marini attribuita al mancato sostegno della dirigenza nazionale e regionale del PD. Al di là delle diverse opinioni che ciascuno potrà avere non si può negare che Catiuscia Marini era l’unica candidata europea del PD in Umbria tra l’altro membro uscente del Parlamento Europeo; per voluta disattenzione o per cavalleria il centrodestra in Umbria ha omesso la designazione di un proprio candidato umbro; per ottenere l’ambito risultato sarebbe stato sufficiente che almeno il 40% di coloro che hanno votato il PD in Umbria avesse espresso la propria preferenza nei confronti dell’unica candidata europea che ha invece attenuto il misero risultato del 24%; anche nella sua città ha ottenuto il 31% in meno di consensi, rispetto al 2004; nell’ambito di Roma e dintorni la candidata ha raccolto oltre 20.000 preferenze grazie al sostegno dei vertici nazionali del suo partito. A fronte di tali oggettive circostanze quali responsabilità possono essere attribuite alla dirigenza nazionale del PD circa la mancata rielezione? Ma non sono le stesse persone che sin dalla sua nascita politica l’hanno oltremodo valorizzata e sostenuta in ogni occasione? Viene da pensare che la Marini sia rimasta vittima degli stessi metodi politici che in passato l’hanno favorita. Ma non sarà che il risultato sfavorevole sia invece riconducibile al mancato apprezzamento che l’elettorato umbro ha diffusamente espresso nel segreto dell’urna nei confronti della sua unica candidata a prescindere dalle “indicazioni” elettorali ricevute? Il popolo del PD, dalle lagnanze della Marini, appare un “gregge” privo di autonomia, incapace di esprimere consensi preferenziali senza essere indirizzato a dovere. Ma in fondo non c’erano molte opzioni all’interno della lista del PD considerata l’unicità della candidatura e la possibilità di esprimere tre preferenze. Il PD in questo difficile momento dovrà sicuramente occuparsi di ben altre questioni di maggior rilievo, queste sì legate ad evidenti profili di responsabilità della sua classe dirigente, altro che preoccuparsi delle lagnanze dell’ex onorevole “frutto di depressione post sconfitta”. Stante la difficile situazione politica all’esito del voto, sarebbe bene che gli amici del PD, nell’esternare le loro valutazioni siano meno emotivi e più … Sereni!! Condividi