di Elio Clero Bertoldi
PERUGIA - L'altra faccia dell'equilibrato e tranquillo Fabio Caserta é quella di un uomo che si infuria come un toro se lo si considera una marionetta i cui fili vengono tirati dal presidente o dagli altri dirigenti del club. Il volto dell'uomo, prima ancora che del tecnico,  incavolato é venuto fuori quando gli é stato chiesto il perché Marco Moscati non viene utilizzato più. Evidentemente il tecnico ha letto (o gli erano stati riferiti) in commenti di tifosi e osservatori che mettevano in relazione l'apparente messa in disparte del centrocampista, con una decisione della società.
"Queste affermazioni - scandisce a brutto muso ed alzando pure il tono della voce - rappresentano una mancanza di rispetto nei mie riguardi. Sono un allenatore, non una marionetta. Io ho piena carta bianca su chi mandare in campo. E affermazioni di questo genere per me sono una offesa pesante. Giudicatemi per le scelte che faccio, se sbaglio formazione, ma non fatemi passare per un burattino, perché non lo sono. Moscati non gioca per una mia decisione tecnica. Non per altre ragioni."
Discorso chiuso, in maniera tranciante.
Torna calmo, Caserta, nell'affrontare l'analisi dell'importanza della gara, con il Ravenna.
Dal pantano in cui é finito (precipitando al quinto posto e, soprattutto, a 6 punti dalle due battistrada, Padova e Sudtirol) il Perugia può uscire solo strappando i tre punti al Ravenna nell'ultima partita di questo tribolatissimo anno per il calcio perugino. 
E Fabio Caserta é così convinto che non ci siano alternative al successo, che invita i suoi senza mezzi termini a "Vincere per concludere bene l'anno e poi lavorare con impegno per dimostrare, in concreto, che ci teniamo a disputare un buon campionato".
Per la gara del Curi (domani, mercoledì, alle 17.30) mancheranno Bianchimano e Cancellotti mentre rientrerà il difensore Negro (ma solo per riprendere contatto con il campo e per dare un aiuto psicologico ai compagni). Il tecnico annuncia novità in squadra, anche se si é guardato bene dall'indicare in quale settore del campo. E i cambi verranno operati - ha chiarito e precisato - perché la squadra "é un po' giù sotto il profilo mentale, più che tattico", sia perché, in aggiunta, qualche giocatore appare "un poco calato a livello di tenuta fisica considerando le partite ravvicinate".
"In questo momento - assicura il tecnico - non bisogna pensare alla flessione delle ultime giornate in cui abbiamo preso 4 gol, ma solo scendere in campo con l'intelligenza, con la determinazione, con la voglia di vincere. Vogliamo i tre punti per chiudere al meglio l'anno".
Sulle difficoltà di Salvatore Burrai quale metronomo del centrocampo, non si nasconde dietro una foglia di fico.
"Burrai - riconosce - si trova in difficoltà perché é uscito da un infortunio e perché, forse, avverte anche che sono forti le attese su di lui. Ma credo che criticare un giocatore delle sue qualità sia del tutto ingiusto e ingiustificato".
Assicura, il tecnico, che lo stesso metro di giudizio utilizzato per Moscati, lo utilizza nei confronti pure degli altri giocatori che hanno meno minutaggio quali Falzerano, Cancellotti, Minesso, Sgarbi, Elia. Di Dragomir rimarca l'avvio di stagione "disastroso", ma pure la crescita delle ultime giornate.
Soprattutto avverte i suoi su due aspetti: il non avere paura quando la squadra subisce il gol ed il non sottovalutare il Ravenna, che orbita nelle zone critiche della graduatoria.
"Non bisogna pensare più ormai alle gare che abbiamo giocato e, tanto meno, alla stagione della retrocessione che ancora pesa, in certi momenti, nella mente dei numerosi giocatori rimasti - argomenta -. Dobbiamo affrontare l'avversario con determinazione, senza il timore di sbagliare. La paura, infatti, é causa di errori. E, inoltre, dobbiamo evitare di ritenere facile la partita con i ravennati. Questo rappresenterebbe uno svarione gravissimo. Ma io ho fiducia nei miei giocatori."

 

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