di Daniele Bovi
"Avete appena sentito parlare il nuovo sindaco di Perugia". Franco Asciutti, candidato alla presidenza di Perugia, ne è sicuro e lo spara a tutto volume alla folla di piazza IV Novembre, cuore storico della città. Ad occhio 300-350 persone, compresi al loro interno 40-50 candidati. Tutti insieme per il comizio finale del centrodestra cittadino. Un supporter del Pdl, evidentemente scaramantico, non apprezza l'uscita del senatore: "Ammazza che gufata".
La location scelta dagli oratori per parlare, ovvero il piccolo spazio antistante la porta d'ingresso della sala dei Notari, non è di quelle azzeccatissime per l'impressione che comunica. Assisi in cima alle scale e tutti in fila ordinati, i maggiorenti del centrodestra davano un po' l'idea di lontanza. Loro assisi in cima, il popolo (della Libertà) festante sotto. C'erano tutti ma proprio tutti. A fare da collana al candidato c'erano Asciutti, Rossi, Fiammetta Modena, Pietro Laffranco, il generale speciale, Augusto Staccioli, Francesco Calabrese, Sandra Verrusio e Domenico Bendetti Valentini. Tutti lì in cima a parlare al popolo come moderni priori. Tanto per dire, il modello "predellino", il berlusconiano bagno di folla tra la gente è qualcosa distante anni luce.
La Lega Nord, com'è noto, a Perugia corre da sola, e oggi lo si è visto in tutta la sua fisica evidenza. Mentre infatti, ironia della sorte, dal palco parlava un immigrato di colore che sostiene Sbrenna, verso piazza Danti sfilava il pick-up del candidato umbro-padano Miroballo con tanto di bandiere e "Va pensiero" sparato a tutto volume.
Tutti gli oratori concordano su poche cose ma ben precise: ovvero che questa "è la volta buona", che Perugia non è mai stata così immersa "nel degrado" e che c'è bisogno di sicurezza: un concetto ripetuto in maniera quasi ossessiva. "Se non ce la facciamo questa volta - dice Calabrese dell'Udc quasi ad esorcizzare l'idea - si possono anche abolire le elezioni amministrative a Perugia".
Sbrenna è tonico ed educatissimo come sempre, fa da padrone di casa, presenta gli ospiti, ma non è un animale da palco. Sarà il tempo mite, l'estate alle porte, le bandiere al cielo, fatto sta che quando parla al microfono la voce di Sbrenna appare sempre di più identica a quella di Bruno Pizzul. Tutto sommato sempre una partita si gioca e anche il fu dominus della Balena democristiana umbra sogna la sua notte magica. Inseguendo non un gol ma la poltrona più ambita di palazzo dei Priori.
"Manca poco, manca un piccolo passo per far entrare Pino al Comune" urla Asciutti dal microfono, il candidato più invisibile mai visto correre per la presidenza della Provincia di Perugia. "Cittadini - esordisce Sbrenna - ed amici di Perugia che vogliono cambiare la città. Questa è la piazza più carica di storia e di identità della città, e per noi è emblematico essere qui. Qui ogni notte i nodi della città vengono al pettine, primo fra tutti quello della sicurezza. Se non verrà risolto, esso produrrà gravissime conseguienze per la città". Sbrenna si impegna a cambiare questo stato di cose e lancia l'affondo al rivale del Pd Boccali: "Ora anche lui mette al centro della sua campagna la questione sicurezza. Certo, anche da parte del governo di Roma è necessario più impegno. Con leggi più stringenti ad esempio, e con l'impegno a garantire più risorse per le forze dell'ordine".
Il Comune ha secondo Sbrenna le sue colpe, come quella "di non aver dato vita alle ordinanze, un potere che è in capo ai sindaci. In questi anni è invece prevalsa la minimizzazione del problema. La sicurezza era considerata uno dei tanti problemi. Invece è il problema. Ora la maggioranza ha fatto un inversione a U in questi ultimi giorni, ma non è credibile. L'8 mattina - dice sicuro Sbrenna - ci risveglieremo con prospettive diverse per questa città se saremo in grado di far circolare le nostre idee in modo giusto".
Tutto il resto degli interventi degli altri oratori è, parafrasando Califano, non noia ma quantomeno un copione un po' stanco e già sentito. Si va dai "64 anni di regime" (Asciutti), alla città "devastata" (Valentini), al "capoluogo svenduto dalla Lorenzetti" (Laffranco). La sintesi dello spirito con cui il centrodestra vive l'appuntamento lo fa però il coordinatore del Pdl Rossi: "Questa dice - deve essere la liberazione di Perugia. Porteremo Pino al ballottaggio e poi alla vittoria infliggendo una sconfitta cocente al centrosinistra".
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