E' bufera su un passaggio della maxi-intervista fatta ieri sera a "Porta a Porta" da Bruno Vespa al premier Silvio Berlsuconi. A scatenare la ridda di reazioni sulle agenzie di questa mattina e oggi pomeriggio è stato il passaggio in cui il premier ha sostenuto che "Un precario che perde il lavoro ha la cassa integrazione". Il problema è che, come molti precari sapranno, non è vero.
Tra i primi a parlare il senatore Pd Tiziano Treu, tra i massimi esperti dell'argomento. "Berlusconi - dice - non conosce il senso della vergogna perché sostenere che i precari godono della cassa integrazione è una menzogna e una offesa per coloro che rischiano di perdere il lavoro e di restare senza alcun aiuto. Ciò che è più grave - secondo Treu - è che queste
parole sono pronunciate dalla stessa persona e dallo stesso governo che hanno detto di no alla proposta del Pd di dare un assegno di indennità pari al 60% dell'ultima retribuzione a coloro che perdono il lavoro. Per quanto poi riguarda il professor Biagi il centrodestra dovrebbe contare fino a mille prima di lanciare accuse al Pd visto che fu proprio l'allora
ministro dell'Interno Scajola, a definire con volgarità assoluta Marco Biagi un 'rompic...' a seguito delle sue pressanti richieste di sicurezza. Parole per cui l'on. Scajola fu costretto a dimettersi dall'incarico ministeriale".
"Berlusconi - ha detto questa mattina invece il leader dell'Udc Casini - ieri sera ha detto che ha tutelato con gli ammortizzatori sociali i precari. Mi ricorda
la battuta sul bollo auto che ci voleva togliere la sera prima della fine della scorsa campagna elettorale. In realtà con 200 euro in un anno non si vive. Se lui è capace, vuol dire che sa fare i miracoli, ma i precari non sono capaci di questi miracoli".
Più duro il senatore dell'Idv Pedica, che sostiene che "l'ultima cavolata è quella che il premier ha avuto modo di riversare ieri sera sulla prima rete, sostenendo per ben tre volte che i lavoratori precari che perdono il posto godono della cassa integrazione fino all'80% a due giorni dal voto. La cosa più grave - ha spiegato Pedica - è che migliaia di giovani vengono strumentalizzati da una publicità ingannevole
che il presidente del Consiglio mette in atto al solo scopo di farsi campagna elettorale, ben sapendo che le sue bugie non potranno essere perseguite in sede penale. Dopo le centinaia di email che stanno arrivando dai giovani precari che si sentono offesi e truffati, abbiamo deciso di elaborare un disegno di legge per inserire nel codice penale, un reato per dichiarazioni
mendaci rese al Paese da parte di chi è responsabile
dell'amministrazione centrale".
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