Calcio popolare, operaio e ribelle
Recensione del libro di Mickael Correia “Storia popolare del calcio”
di Nikolaj Starostin
PERUGIA, 5 maggio - Attorno al 1860 le classi dominanti inglesi hanno espropriato le comunità agricole e povere del loro ‘folk football’, trasformando quello che era un divertimento ingenuo, praticato su spazi irregolari e rurali, in una modalità d’incontro tra gentlemen con delle specifiche regole per giocare.
Dopo trenta anni, la storia del calcio subisce gli effetti della rivoluzione industriale, la classe operaia si innamorò del football e se ne impadronì, per non lasciarlo mai più.
Il popolo giocava il ‘passing game’, cioè fare passaggi e avere il più possibile il possesso della sfera di cuoio. Un modo di giocare che rispecchiava l’atteggiamento dei lavoratori in fabbrica e nella società, l’aiuto reciproco e fraterno, che si contrapponeva al ‘dribbling game’, la serpentina snob ed egoista tipica del calcio aristocratico e borghese.
Anche oggi, dopo un secolo e mezzo, la partita resta il brivido dell’incertezza, della imponderabilità, del confine tra il gioire per la vittoria e il dolore della sconfitta.
Lo stadio è ancora il tempio dell’emozione, della speranza e dell’incertezza.
Il calcio, anche questo calcio finanziarizzato, del Var, delle sponsorizzazioni milionarie, degli ingaggi faraonici, piegato ai miseri interessi dei politicanti e dei procuratori, resta una grande passione popolare. Il calcio è metafora della vita, è danza tribale, teatro, sogno, arena, battaglia. È fantasia, geometria, tattica e strategia, caos e immaginazione.
“Storia popolare del calcio” di Mickael Correia, è anche una ricerca di tutto ciò che è sovversivo, popolare, sociale, politico nel mondo del pallone, fino a coloro che nel mondo ne hanno fatto un mezzo di emancipazione, di opposizione alle dittature, di lotta alla povertà.
Un libro che sottolinea anche il carattere sovversivo del calcio, sport "costruito dal basso", mentre altri, con altrettante ragioni lo paragonano al moderno "oppio dei popoli"
Nel libro leggiamo le radici agricole e industriali del football, la nascita del professionismo e del calcio mercato femminile, le partite manipolate dalle dittature, la politicizzazione del movimento ultrà in Italia, la deriva di un calcio sempre più piegato al business.
Un libro da leggere.
Nikolaj Starostin

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