di Giorgio Calvanese - inviato Umbrialeft Terni
Ieri sera in Piazza della Repubblica è andata in scena la serata dell’orgoglio comunista con il comizio congiunto di Ferrero, Diliberto e Salvi per La Lista Anti-capitalista per l'europee.
Ad aprire le danze, davanti ad un discreto numero di spettatori, è stato Leo Di Girolamo, candidato sindaco per il centro-sinistra alle elezioni amministrative del prossimo 6 e 7 giugno 2009.
Per Di Girolamo, il centrodestra neanche questa volta riuscirà a passare nella Terni anti-fascista. Secondo il candidato sindaco, questo “nuovo centrosinistra ternano”, pieno di novità, riuscirà a spuntarla anche in questa tornata elettorale. Di Girolamo ha posto poi l’attenzione su uno dei punti qualificanti del programma elettorale, e cioè l’acqua come “bene comune”, che verrà sottratta alla privatizzazione per essere ridonata alla collettività.
Sulla falsariga di Di Girolamo, si è articolato l’intervento di Feliciano Polli, candidato alla presidenza della provincia. Polli ha posto l’accento sull’ inconsistenza della proposta politica del centro-destra, che chiede un voto per cambiare, senza, peraltro, proporre alcuna ipostesi di cambiamento reale, se non una mera sostituzione degli uomini di sinistra.
A far seguito ai due interventi degli esponenti politici locali, vi è stato l’ intervento di un altro umbro, Fabio Amato candidato per la Lista Comunista e
Anticapitalista nella Circoscrizione Centro.
Il responsabile del Dipartimento Esteri del PRC, con un coriacee intervento, da un ha attaccato le politiche poste in essere dalla Ue e dall’altro ha sottolineato al speranza di cambiamento, che arriva dal Sudamerica dove la sinistra spadroneggia un po’ ovunque .
Amato, poi, ha sottolineato la “mancanza” di un’opposizione vera nel Parlamento e la necessità di ridare gambe alle legittime istanze che arrivano dal basso.
A fargli eco, successivamente, è stato un “motivatissimo” Cesare Salvi. Per il leder di Socialismo 2000, la “nuova” sinistra non deve estirpare i simboli del passato e deve ripartire dai simboli del lavoro, quindi necessariamente dalle Falce e Martello.
Per l’ex ministro del Lavoro, deve finire
definitivamente l’epoca “floro-vivaistica”, che ha visto spuntare in successione garofani, querce, margherite e alberelli vari. Ed ancora, non basta definirsi riformisti per essere di sinistra. Un tempo, negli anni 60/70, il riformismo veniva interpretato e visto in maniera ottimistica, poiché, era portatore di diritti, oggi il riformismo è percepito negativamente perché li toglie.
L’ultimo ad intervenire è stato il segretario nazionale del PRC Paolo Ferrero, il quale ha posto l’attenzione sulle tre motivazioni principali che devono spingere gli elettori a votare la Lista Comunista e Anticapitalista.
Il primo è la politica dell’inconsistenza imposta da Berlusconi e dal berlusconismo. Si discute di Veronica, di divorzi e di gossip vari per svuotare la politica di contenuti e per censurare le discussioni sulle questioni vere. Per Ferrero, la politica di destra volutamente parla di argomenti leggeri e sfugge alle discussioni sulla crisi, sulla perdita dei posti di lavoro, sull’ attacco ai diritti acquisiti con le lotte e col sudore. Secondo il leader del PRC, la presenza dei comunisti nelle istituzioni è importante ed è indispensabile per la difesa delle persone in carne ed ossa.
In secondo luogo, un voto ai comunista è utile per trasformare l’Europa dei banchieri e della moneta nell’Europa dei diritti, dove alla logica del profitto
si sostituisca la difesa e la tutela delle persone.
Per Ferrero, con i comunisti nell’Europarlamento si potranno difendere le istanze degli “ultimi”, per non arrivare alla “guerra” dei poveri. Infine, il voto alla sinistra anticapitalista è utile per riavvicinare la
gente alla politica e la politica alla gente. Un voto alla Falce e Martello oggi potrebbe significare un nuovo inizio, una rinnovata fiducia nella politica con rinnovata voglia di militanza.
La serata si è chiusa con la piazza che a mani alzate salutava, con il loro linguaggio, un nutrito gruppo di sordo-muti presenti alla manifestazione e con le note di “Bandiera Rossa” e “Bella Ciao” intonate dagli Sbronzi di Riace.
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