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Agli inizi di aprile Rifondazione comunista ha presentato una proposta di legge regionale con cui chiede l’istituzione di un reddito sociale per i disoccupati, gli inoccupati o i lavoratori precariamente occupati attraverso una erogazione monetaria non superiore a 7mila euro l’anno e un sostegno di tipo indiretto, a carico di Province e Comuni, consistente in tariffe ridotte sui mezzi pubblici, gratuità dei libri di testo scolastici, contributi al pagamento delle bollette relative a servizi pubblici e, nell’ambito delle risorse disponibili, contributi per ridurre i canoni di locazione. Potranno beneficiare di tali misure i lavoratori con un reddito personale imponibile, riferito all’anno precedente, non superiore a 8mila euro, che non abbiano maturato i requisiti per il trattamento pensionistico, che siano iscritti alle liste di collocamento dei Centri per l’impiego e che risultino residenti nella nostra regione da almeno 24 mesi. La legge giace in Consiglio regionale già da due mesi. Nel frattempo gli effetti della crisi economica e finanziaria hanno continuato “a mietere vittime”, con posti di lavoro persi, cassa integrazione e mobilità. Non c’è solo la Merloni e le difficoltà della dorsale appenninica, ma anche la crisi della chimica a Terni, i 1600 cassa integrati Thyssen Krupp, ai quali se ne aggiungono altri 1.500 nell’indotto metalmeccanico. Nell’Alta Umbria la crisi si fa sentire nelle produzioni metalmeccaniche del ciclo dell’auto, con tremila lavoratori in cassa integrazione, senza dimenticare la crisi che ha colpito il settore della ceramica, che in quattro anni ha dimezzato gli addetti. Inoltre, cosa ancora più preocucpante, l’otto per cento delle famiglie umbre vive sotto la soglia della povertà e un altro otto per cento è sull’orlo di quella soglia, mentre le imprese in crisi non chiedono più la cassa integrazione, ma passano direttamente ai licenziamenti. Dal 1993 l’Europa riconosce il reddito sociale, con le sole eccezioni di Italia e Grecia. È ora che le amministrazioni locali diano un passo concreto, in grado di dare una risposta ai tanti cittadini che non arrivano a fine mese perché manca il lavoro e gli effetti della crisi si fanno sentire con un peso sempre più insopportabile. Partiamo dall’Umbria, il centrosinistra al governo può e deve istituire una misura di giustizia sociale quale è il reddito sociale. Condividi