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(Acs) Perugia, 25 maggio 2009 - Buono l’impianto della normativa regionale che ridefinisce l’urbanistica e l’edilizia in Umbria; preoccupazione sul reale rispetto dei tempi fortemente ridotti per il rilascio delle concessioni edilizie; necessità di un regolamento nazionale unico che fissi per tutte le regioni criteri identici su perequazione e premialità edificatorie. Sono queste le osservazioni più importanti emerse nel corso della audizione organizzata dalla seconda Commissione consiliare di Palazzo Cesaroni sul disegno di legge, “Governo del territorio e pianificazione” che di fatto anticipa in Umbria il Piano casa nella parte relativa alle competenze regionali e che ridisegna la normativa regionale relativa alla pianificazione territoriale e ai diritti edificatori . Solo tre gli interventi con osservazioni e proposte, nella seduta che ha visto comunque la presenza di operatori e rappresentanti di associazioni di categoria, ordini professionali, enti locali. Per Stefano Stefanoni (Comune di Passignano) “Se da un lato è implicito che la legge non possa estendere i benefici di maggiori superfici edificate a immobili in fase di cantiere, potrebbe escludere tutti quelli realizzati dagli anni ’80 in poi e per i quali non sono mai state richieste certificazioni di agibilità”. A giudizio di Anna Tini Brunozzi (Ordine degli architetti di Perugia) “La Regione fa bene ad accelerare l’iter del provvedimento e l’impianto è sostanzialmente condivisibile. Sono però necessari tempi tecnici più adeguati per approfondire la materia. Serve comunque una regolamentazione unica nazionale, identica per tutte le Regioni, sui concetti di perequazione e premialità edificatorie. E’ anche compito della Regione porsi l’obiettivo strategico di risparmiare territorio e di controllare l’ampia libertà di scelta che oggi hanno i sindaci in tema di urbanistica, per garantire il massimo della qualità negli interventi edilizi”. In ultimo Guido Perosino (Confapi Umbria) “E’ un disegno di legge apprezzabile: ci preoccupa però che i tempi fortemente ridotti per le concessioni edilizie rimangano solo una enunciazione, perché difficilmente attuabili”. GC/gc Condividi