Il perdurare della crisi, il suo impatto sull'economia reale stanno mettendo a nudo tutte le fragilità di un modello di sviluppo, come quello regionale, eccessivamente centrato sul ciclo edilizio, mentre l'avvio della riforma federalista richiede un profondo ripensamento degli assetti istituzionali. Per affrontare queste nuove sfide è necessaria la sottoscrizione di un nuovo patto tra istituzioni e cittadini che ponga al centro l'allargamento e valorizzazione dei luoghi della democrazia e partecipazione, avviando la sperimentazione di processi di partecipazione e di pratiche inclusive connesse alla gestione della cosa pubblica, al fine di assicurare trasparenza all'azione amministrativa.
Uscire dal palazzo, riaprire un rapporto di dialogo ed ascolto con la città, dopo una stagione caratterizzata da una pratica amministrativa sovente chiusa, non orientata al confronto con i cittadini, insofferente alle critiche, dovranno essere punti caratterizzanti l'agire della nuova amministrazione comunale di Perugia. Le forme della partecipazione e del coinvolgimento dell’opinione pubblica vanno arricchite con strumenti nuovi che vadano oltre le assemblee (spesso rituali, stanche o troppo compiacenti) delle Circoscrizioni e che siano attenti e aperti ai movimenti reali della città. Anche su questo terreno va prodotta innovazione attraverso l'adozione di strumenti come il
Bilancio Sociale ed il
Bilancio di Genere, formidabili mezzi di dialogo in grado di fornire un quadro d'insieme delle attività dell'Amministrazione comunale sopratutto in materia di politiche sociali. Il Bilancio tradizionale infatti non evidenzia l’aspetto “sociale” degli interventi della politica ed è comprensibile solo gli addetti ai lavori. Il bilancio sociale è, al contrario, strumento di comunicazione ma anche, e sopratutto, di rendicontazione consentendo ai cittadini di valutare gli effetti delle politiche amministrative, rendendo così direttamente ed immediatamente accessibile, trasparente e valutabile l'azione pubblica. Sono molti in Italia i comuni che da tempo hanno adottato la pratica del Bilancio Sociale.
Sempre all'interno di questa nuova strumentazione di trasparenza, relazione e comunicazione, si colloca il Bilancio di Genere, ovvero un modo di leggere il bilancio a partire dal riconoscimento di genere. Il bilancio rappresenta lo strumento chiave con cui l'Amministrazione, in questo caso la Giunta Comunale, definisce il modello di sviluppo socio-economico del proprio territorio ed i criteri di redistribuzione all’interno della società, indicando le priorità di intervento rispetto alle opzioni politiche generali ma anche rispetto ai bisogni dei propri cittadini, producendo su di questi ultimi un impatto e degli effetti assai diversi a seconda che siano uomini o donne. Il Bilancio di tipo tradizionale ignora la diversità (ad esempio gli indicatori utilizzati raramente prendono in considerazione la distinzione per sesso) e tende a presentarsi come strumento economico neutro, ma così facendo assume intrinsecamente le diseguaglianze presenti in una comunità riproducendole ed in alcuni casi ampliandole ulteriormente. Il Bilancio di genere, assumendo come punto di partenza la diversità di genere, cui corrisponde una diversità di bisogni, rende le politiche di Pari opportunità un fatto strutturale dell'agire dell'amministrazione e non un qualcosa di aggiuntivo. Anche se meno diffuso del Bilancio Sociale sono comunque diverse le Amministrazioni (soprattutto nella regione Emilia Romagna) che hanno intrapreso la sperimentazione del Bilancio di Genere.
E' ora che anche il comune di Perugia, a partire dalla prossima legislatura, si doti di strumenti di questo tipo.
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