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Perdita di posti di lavoro, diminuzione del numero delle classi e del tempo nella scuola, nessuna garanzia di scelta per gli indirizzi di studio previsti dalla programmazione regionale, tagli alle risorse finanziarie, riduzione dei servizi e disagi certi per famiglie e studenti: è il quadro che si presenta anche in Umbria se venissero attuati i criteri ed i parametri voluti dal Governo nazionale per la determinazione degli organici del personale docenti e Ata previsti per il prossimo anno scolastico. Una prospettiva che - secondo la Regione Umbria - mina lo stesso diritto allo studio sancito dall'art 34 della Costituzione. Da qui l'orientamento della Giunta regionale - è detto in un suo comunicato - a non assumersi la responsabilità di scelte operate a livello nazionale, a meno che non vi sia un evidente cambio di rotta da parte del Governo. Secondo i dati in possesso della Giunta regionale, riguardanti le scuole di ogni ordine e grado, dal prossimo anno scolastico si assisterà in Umbria ad un taglio di 449 posti in organico (tra insegnanti e personale Ata) e di 142 classi, a fronte di un aumento della popolazione scolastica di quasi 2.000 unità. Ci saranno 372 posti di lavoro in meno in provincia di Perugia e 127 in quella di Terni, con la fuoriuscita di precari a tempo determinato che non potranno godere di alcun ammortizzatore sociale e ciò a fronte di un incremento di 1.472 alunni in provincia di Perugia e 404 a Terni. Dati ritenuti allarmanti, soprattutto nella scuola primaria, dove la forte riduzione del numero degli insegnati (-143, pari al 5%) rispetto all'aumento del numero degli alunni (334) produrrà un rapporto di poco meno di nove insegnanti ogni 100 alunni. Cresceranno di quasi il 58 per cento le pluriclassi (con massimo 18 alunni) che, dal prossimo anno scolastico aumenteranno, anche in Comuni non di zone montane, dalle attuali 64 a 101, ciò in contrasto con la programmazione regionale che, al contrario, ne indica prioritariamente la diminuzione. Tagli sono previsti anche per le scuole secondarie di primo grado (con -115 posti in organico; - 22 classi, a cui fa fronte l'aumento di 130 alunni), tagli che vanno ad incidere soprattutto sulle succursali (sedi decentrate) e che in parte derivano da una diversa composizione delle cattedre. Ulteriori tagli nelle scuole di secondo grado - riferisce ancora la Regione - dove nonostante il sostanziale mantenimento del numero degli alunni, la dotazione organica viene decurtata fortemente (- 136 posti in organico e - 72 classi). A ciò si aggiunge la potenziale impossibilità di dare risposte certe alle scelte degli alunni sugli indirizzi di studio perché le nuove disposizioni ministeriali prevedono che, in caso di domande di iscrizione a indirizzi insufficienti per la costituzione della classe, sia il Consiglio di istituto a stabilire i criteri di riorientamento e redistribuzione degli alunni tra i diversi corsi di studio presenti nella stessa scuola. Per quanto riguarda la scuola d'infanzia, il dato comunicato dall'Ufficio scolastico regionale dell'invarianza della dotazione organica e del numero delle classi deve fare i conti con il forte aumento della popolazione scolastica (+1.222), con la presenza di liste d'attesa di circa 500 bambini (pari a circa il due per cento della popolazione umbra tra i tre e i sei anni) e l'assenza di risorse per la costituzione di nuove sezioni. Altro punto di criticità riguarda i corsi serali: l'Ufficio scolastico regionale ha comunicato che, a seguito della necessità di determinare gli organici nei limiti dei posti assegnati, non saranno previste, per ora, classi serali per il prossimo anno scolastico. Come Regione Umbria - sottolineano all'assessorato regionale all'istruzione - ''non condividiamo e non intendiamo renderci complici del Governo nello smantellamento del diritto costituzionale all'istruzione. La strada imboccata dal Ministero va contro il consolidamento e la qualificazione di una offerta formativa di qualità, non risponde alle richieste avanzate da famiglie e studenti, va contro una reale autonomia scolastica, smantellando così i livelli di funzionamento dei servizi scolastici delle scuole di ogni ordine e grado''. Condividi