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Carla Adamo TODI – “Il Cavaliere inesistente. Berlusconi nell’Italia del pensiero unico” questo il titolo del libro del giornalista Mino Lorusso che ripercorre la storia del berlusconismo, dalla sua discesa in politica nel 1994 a oggi. All’incontro, che si è tenuto nel Ridotto del teatro di Todi, insieme all’autore, ha partecipato l’europarlamentare del Pd/Pse Catiuscia Marini. “Nel mio libro – ha spiegato Mino Lorusso – parto dal concetto di realtà complessa e di una personalità complessa, quella di Berlusconi, che ha caratterizzato la politica italiana degli ultimi 15 anni. La società si presenta, oggi, come omogeneizzata, una sorta di pasticcio di valori ed emozioni in cui l’opinione pubblica ha smesso di essere critica, le grandi ideologie sono tramontate, con il 1989, così come i grandi partiti, che hanno caratterizzato la storia del Paese. In questo contesto Berlusconi, con il suo modo di fare politica, rispecchia la necessità di coprire un vuoto, lasciato dalla mancanza di un sistema valoriale definito e di forti punti di riferimento”. “Parlo di Berlusconi – ha aggiunto l’autore - come di un cavaliere inesistente anche se è ancora saldamente in sella e all’attacco, e questo lo rende ben esistente, perché con lui si è consolidato un modo di fare politica che predilige il contenitore sul contenuto. Con lui è avvenuta una trasformazione di carattere sociale, l’orizzonte culturale si è accorciato, non si guarda al futuro, ma si vive e si aggredisce sempre più il presente, per questo non si anticipa più il corso degli eventi, ma lo si insegue e si è portati a pensare che tutto è risolvibile grazie al denaro”. “In Italia si sono affermati dinamiche che hanno alla base scontro, divisione, incompatibilità, disimpegno, moltiplicazione dei desideri. Il cavaliere si muove in questo clima ed è diventato modello per molti italiani trasformando i difetti in virtù”. “Berlusconi – ha concluso Lorusso – ha personalizzato la politica, ha reso visibili e accessibili le vicende familiari, eliminando il confine tra il pubblico e privato. Il risultato di questa situazione è che il cavaliere si pone come garante del un sistema, l’unico in grado di ricomporre la frammentazione del quadro sociale, e vince perché non ha alternative. Qui nasce e si inserisce il problema di una sinistra vittima delle vecchie opposizioni e delle polemiche, appiattita su questioni morali, sul mito dell’università e della magistratura. Una sinistra che non ha fatto autocritica, non ha risolto i suoi problemi col passato e, arroccata su posizioni conservatrici, si affida al dipietrismo e all’antiberlusconismo”. “Il volume - ha commentato Catiuscia Marini - è ben fatto e interessante. Ricostruisce le vicende del berlusconismo e ne analizza gli aspetti cruciali che lo hanno caratterizzato: dalle origini ai legami con la politica, dai rapporti con il sistema economico all’azione istituzionale, dalla modernizzazione del Paese alla capacità di incidere sul senso comune”. “Dà una chiave di lettura della storia istituzionale e politica di 15 anni da cui emerge un’Italia post ideologica in cui le tecniche del mercato dei beni di consumo sono state applicate alla politica, sul terreno facile degli anni ’80-’90, di un Paese che vive un ritardo culturale e dimostra una realtà imprenditoriale debole. È in questo quadro che trova spazio Berlusconi, che si presenta come elemento di novità dal punto di vista politico e imprenditoriale”. Condividi