rossi v..jpg
ROMA - "Vieni qui Silvio": è l'invito rivolto al presidente del Consiglio Berlusconi da Vasco Rossi dal palco del concertone a piazza S. Giovanni. Il rocker, durante i 45 minuti della sua attesissima esibizione, ha citato il premier anche durante il brano Non appari mai, cambiandone un verso: "qui siamo tutti belli e buoni, votiamo tutti Berlusconi". Poco prima aveva rivolto un appello alla piazza gremita: "meditate gente, meditate". E ancora: "non date troppo ascolto alla televisione e ai telegiornali. Pensate al mondo fatto di piccole cose, i vostri lavori, i vostri bar, i vostri affetti, quelle sono le cose che contano". Dopo l'ultimo brano, Il mondo che vorrei, Vasco Rossi ha augurato a tutti un "in bocca al lupo", lasciando il palco. Per poi tornare per il bis, Un senso, colonna sonora del film di Sergio Castellitto Non ti muovere. TORNA IL CONCERTONE Anche quest'anno in piazza San Giovanni il tradizionale concertone del Primo Maggio organizzato dai sindacati. Sergio Castellitto, conduttore della ventesima edizione, ha esordito dicendo: "Buon Primo Maggio, questa giornata è un po' come Capodanno". L'attore ha poi citato l'articolo 1 della Costituzione italiana, facendolo recitare alla folla: "L'Italia é una Repubblica democratica fondata sul lavoro". Infine ha salutato l'Abruzzo ricordando la regione colpita dal terremoto e ha dato inizio alle danze. I primi a salire sul palco sono stati i componenti di un Supergruppo composto da Marta sui tubi, Dente, Roberto Angelini, Cesare Basile, Paolo Benvenue e Beatrice Antolini. Durante il concerto, ripreso in diretta da Raitre, si sono alternati molti artisti tra i quali Afterhours, Nomadi, Caparezza, Edoardo Bennato, Paola Turci e Pfm. La diretta è partita alle 15.15 con un'anteprima condotta da Paolo Belli, che ha ricordato di aver aperto un concerto di Vasco Rossi proprio venti anni fa. Per la prima volta uscirà una compilation live del concertone (Alice Records), nei negozi entro la fine del mese. Sul palco del concertone del Primo Maggio e' arrivato anche il gonfalone del Comune dell'Aquila. ''Restera' qui e assistera' al concerto'': ha detto il conduttore Sergio Castellitto che prima aveva ricordato le giovani vittime della Casa dello Studente dell'Aquila dicendo: ''Per me quei ragazzi sono morti sul lavoro''. Poi sul palco e' arrivata la banda di Introdacqua, complesso bandistico abruzzese, che ha intonato le note Il mondo che vorrei di Vasco Rossi, tema artistico del concertone di quest'anno. Erano oltre 800 mila i giovani presenti in piazza San Giovanni. Lo ha detto l'organizzatore Marco Godano che ha anticipato di voler proporre nei prossimi giorni "che il Primo Maggio diventi una fondazione dove possano trovare posto una grande fondazione bancaria, lo Stato (ministero dei Beni Culturali), i sindacati e i privati. Questo evento, che è una piccola grande Woodstock italiana, deve trovare una base solida, altrimenti sono convinto che morirà". Godano ha sottolineato che "il 1 aprile scorso c'era il rischio che all'80% non si sarebbe fatto niente. La musica italiana ha le radici qui. La presenza di Vasco Rossi che viene con un progetto artistico ed una cover pensata per il Primo Maggio, oltre al fatto che il concerto ha contenuti autoriali e artistici importanti, fa sì che fra trent'anni si parlerà ancora di questo concerto". EPIFANI-BONANNI-ANGELETTI AL CONCERTONE I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Guglielmo Epifani, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, sono arrivati al concertone di San Giovanni a Roma e, sollecitati da Sergio Castellitto nel backstage, hanno inviato dai loro cellulari l'sms da un euro per la raccolta fondi destinata a borse di studio per gli orfani dei morti sul lavoro. I tre hanno poi declinato a loro modo lo slogan del concerto di quest'anno, Il mondo che vorrei, preso a prestito dal titolo di una canzone di Vasco Rossi. Per Epifani è "un mondo in pace, con persone più libere e più sicure e soprattutto molto meno precarie". Per Bonannni è un mondo "dove i lavoratori non siano solo salariati, ma possano decidere e co-decidere nelle aziende delle loro sorti, è un mondo in cui il lavoratore non vive solo di solo pane ma ha un proprio potere". Angeletti infine ha immaginato un mondo "in cui la gente va a lavorare e fa un lavoro che gli piace e non lo vive come una sofferenza o un incubo". Condividi