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GUBBIO - L’assessore Graziano Cappannelli interviene con una nota in risposta alle esternazioni dei sindacati in merito all'avvio della riorganizzazione del Comune. L'assessore al personale, dopo aver osservato che le osservazioni dei sindacati e della Rsu sono venute a conoscenza dell'Amministrazione comunale solo a mezzo stampa, si propone di fornire dei chiarimenti e precisazioni in merito sulla bade di datui e fatti oggettivi,considerato, comunque "che la libera espressione di posizioni e valutazioni diverse rientra nella normale dialettica dei differenti ruoli, anzi sarebbe preoccupante se non ci fosse". Si tratta in ogni caso - sostiene - di accuse che "non destano scalpore, soprattutto in questa fase, dove l’amministrazione ha intrapreso un percorso di rivisitazione e di riorganizzazione di tutti i settori comunali, al fine di ottimizzare e razionalizzare le risorse umane ed economiche e di rendere più efficace ed efficiente la macchina amministrativa. Questa operazione è stata iniziata a partire dal settore Affari Generali ed Istituzionali e da quello di Polizia Municipale, e procederà nei settori urbanistico e lavori pubblici". "E’ indubbio - riconosce Cappannelli - che dinnanzi ai cambiamenti le preoccupazioni aumentino, soprattutto per coloro che usufruiscono di qualche vantaggio, privilegio e premono sul sindacato per mantenere lo status quo. Pertanto, il fatto che l’assemblea, a cui hanno partecipato 50 dipendenti su 200, sottolinei la mancanza del rispetto delle relazioni sindacali e delle regole della contrattazione stabilita nel contratto nazionale e in quello integrativo decentrato, non corrisponde al vero, ma è il frutto delle ansie e delle apprensioni legate ad ogni mutamento". "L’amministrazione le regole le rispetta - sostiene l'assessore - e cerca di capire e controllare che tutti, all’interno dell’Ente, le rispettino e svolgano in maniera corretta e puntuale le mansioni per cui sono preposti e retribuiti dai cittadini tramite il pagamento delle tasse. Magari ci fosse collaborazione da parte dei sindacati su questo, sempre pronti a rivendicare i diritti e mai ad evidenziare i doveri". "Il lavoro sporco spetta agli amministratori. Ma al di là di ciò, dato che sono state pronunciate delle affermazioni gravi (si è scritto di violazione dei diritti dei lavoratori e di lesioni della dignità dei dipendenti), ritengo imprescindibile - afferma ancora -, al fine di fornire alcune delucidazioni, evidenziare due presupposti che stanno alla base di qualsiasi riflessione. Punto uno: per chi ricopre ruoli istituzionali, per chi amministra la cosa pubblica, tutti i cittadini che lavorano sono classificati come lavoratori: non esiste la subordinazione di alcuni e la superiorità di altri, lavoratori di serie A o lavoratori di serie B, né fra categorie, né all’interno della stessa categoria. Lavoratore è il dipendente pubblico, così come quello privato, l’operaio, il commerciante, l’artigiano, l’imprenditore, ecc. Se questo vale in linea di principio, purtroppo, nella realtà questa dicotomia esiste e rappresenta uno dei principali ostacoli ad un governo democratico e popolare". Cappanneli continua poi: "Noi siamo contro ogni principio di superiorità: culturale, politica, razziale, economica, sociale, religiosa. Sosteniamo il principio dell’eguaglianza e le nostre azioni ad esso fanno riferimento". "Punto due: chi amministra, nel portare avanti le proprie azioni, nel dar seguito alla propria agenda politica, nell’assumersi la responsabilità delle decisioni, non può prescindere dal contesto sociale, politico ed economico, dall’ambiente che lo circonda nel momento stesso in cui agisce e attua le proprie scelte. Pertanto, è fuori di ogni dubbio che le nostre decisioni sono condizionate, in questo momento storico, dalle scelte scellerate operate dal governo nazionale, ma soprattutto dalla gravissima crisi economico-finanziaria e sociale, che stiamo vivendo nel nostro territorio: la più grave dal dopoguerra ad oggi. Tutti i sindaci della fascia appenninica, insieme ai sindacati dei lavoratori Cgil, Cisl, e Uil, alle associazioni di categoria del commercio e dell’artigianato ecc., hanno sottoscritto un documento, che è stato consegnato alla Presidente della Regione e al Ministro Matteoli, in cui si denuncia lo stato di grave crisi di questi territori all’interno della crisi regionale e generale che imperversa. Una crisi nella crisi. Così è stata definita. La stessa Presidente Lorenzetti ha più volte, e in diverse sedi, ribadito che questo territorio è il più a rischio di tutta l’Umbria e che quindi va sostenuto in via prioritaria. Speriamo che alle parole seguano i fatti. Partendo da queste considerazioni vediamo cosa è lesivo della dignità dei lavoratori in riferimento all’operato dell’amministrazione e come quest’ultima, a detta dei sindacati territoriali del pubblico impiego, contribuisca ad alimentarla, o come io credo, all’opposto, si adopera per garantirla a tutti". "Sicuramente la lesione più grave della dignità dei lavoratori -osserva Cappannelli - è perdere il proprio posto di lavoro. Non mi risulta che sia mai stato licenziato qualcuno da questa pubblica amministrazione. Nell’ambiente che ci circonda, invece, molti lavoratori (operai, impiegati, commercianti, artigiani, ecc.) stanno perdendo la propria occupazione e la propria dignità. Chi fa politica e amministra deve pensare soprattutto a loro. Priorità assoluta rispetto a chi ha un posto fisso, stabile, un reddito sicuro e la notte dorme!" "E’ lesiva della dignità dei lavoratori la precarietà di migliaia di giovani e meno giovani costretti a vivere senza la benché minima certezza di potersi costruire o garantire un futuro. Questa amministrazione si batte idealmente, politicamente e con atti concreti contro la precarietà del lavoro. Recentemente abbiamo stabilizzato 40 dipendenti comunali che avevano un contratto a tempo determinato trasformandolo a tempo indeterminato. Gli ultimi due dipendenti sono stati assunti il mese di dicembre scorso. Ciò ha comportato e comporta un cospicuo onere di spesa. Non è stato un obbligo di legge, ma una volontà politica. Chieda il sindacato a queste 40 famiglie eugubine se abbiamo leso la loro dignità o gliel’abbiamo garantita soprattutto in questo momento di crisi occupazionale. E’ lesivo della dignità dei lavoratori vivere con 700 euro al mese". "Questa amministrazione - prosegue l'assessore al personale- ha sostenuto e sostiene economicamente e politicamente le rivendicazioni dei lavoratori della Merloni s.p.a., azienda attualmente commissariata e in cui migliaia di dipendenti si trovano in cassaintegrazione straordinaria. Sempre questa amministrazione, in collaborazione con le agenzie regionali e un istituto di credito, ha creato un apposito fondo di solidarietà per sostenere i lavoratori della Sirio Ecologica anticipando la cassaintegrazione e accollandosi l’onere di pagare gli interessi del prestito concesso dalla banca. Stessa cosa ha fatto la Provincia di Perugia per i lavoratori della Merloni. E’ lesivo della dignità dei lavoratori vivere con 1100 euro al mese. E’ una ingiustizia sociale e un crimine morale vedere manager pubblici, a partire dai dirigenti statali, passando per quelli regionali, provinciali, di vari Enti fino ad arrivare a quelli comunali, percepire migliaia e migliaia di euro all’anno, con quali risultati poi…, e costringere e mantenere la stragrande maggioranza dei dipendenti pubblici a stipendi da fame". "Questa amministrazione, nel suo piccolo- chiarisce poi -, ha ridotto i soldi destinati alle posizioni apicali per una cifra pari a 26 mila euro (50 milioni delle vecchie lire) e li ha ridistribuiti sul fondo produttività per tutti i dipendenti. Inoltre, vista la situazione di crisi che attraversiamo, preferisce, per quanto possibile, incrementare lo stipendio di quei dipendenti inquadrati nei livelli di reddito inferiori. Più esplicitamente quelli che guadagnano 1200 euro al mese (che sono la maggioranza) e non quelli da 1500 euro. Per fare ciò occorre un accordo sindacale che a causa delle diverse posizioni delle diverse sigle sindacali, a distanza di molti mesi, non è ancora arrivato. Confidiamo nel futuro". "Lede la dignità dei lavoratori recarsi dal sindaco e dall’assessore per chiedere e supplicare un aiuto, un contributo economico, un posto di lavoro perché non si riesce più a provvedere da soli al proprio sostentamento o a quello dei propri figli. Credo sia un obbligo morale per chi amministra una comunità, scegliere di destinare, in queste circostanze, maggiori risorse economiche del proprio bilancio al settore sociale e ridurre la spesa interna, compresa quella per il personale, cercando di impedire che una famiglia venga sfrattata perché ha perso il proprio reddito e non riesce più a pagare l’affitto, o a pagare le bollette o i libri scolastici per i propri figli ecc. E’ lesivo della dignità dei lavoratori essere etichettati indiscriminatamente come dei fannulloni dal ministro, dal governo, dall’opinione pubblica, dovendosi vergognare di essere un dipendente pubblico, un nulla facente, un improduttivo, un parassita della società". "Questa amministrazione - ribadisce Cappannelli - ha sempre difeso i suoi dipendenti perché convinta che la stragrande maggioranza di essi sono qualificati e professionali. Lo ha fatto l’assessore al personale in diverse occasioni pubbliche: in consiglio comunale, sulla stampa, nella propria relazione di fine anno. In quest’ultima ha ribadito che è motivo di merito che la quasi totalità dei servizi riesce ad essere garantita dalla struttura comunale nonostante la dotazione organica sia sotto dimensionata. Quindi le risposte ai cittadini, a volte con qualche ritardo, a volte non quelle che si vorrebbero, vengono fornite e i servizi garantiti con personale interno. Lo ha fatto e lo fa continuamente il sindaco anche in situazioni particolari tipo quando la stampa ha definito i dipendenti del Comune di Gubbio come estremamente assenteisti in quanto con l’entrata in vigore del decreto Brunetta le assenze per malattia sono aumentate invece che diminuite come accaduto nel resto dell’Umbria. Non ho visto altrettanta enfasi da parte del sindacato locale nel prendere queste difese". "Siamo tutti consapevoli - sostiene anche - che nel pubblico impiego così come nelle aziende private i fannulloni esistono e su questi occorre intervenire con decisione e fermezza. Sarebbe molto utile, in questi casi, il dialogo e la collaborazione dei sindacati. Anche perché lede la dignità dei lavoratori vedere alcuni colleghi svincolarsi dallo svolgimento delle proprie mansioni ed essere costretti a sopperire con il proprio lavoro alle carenze altrui. Oppure avere a che fare con figure poco competenti che creano disservizi ai cittadini e impediscono ad altri dipendenti comunali di svolgere le proprie funzioni al meglio. Io credo che da queste poche righe si possa evincere il comportamento di questa Giunta. Il suo affrontare di petto e concretamente le problematiche del personale". "Paradossalmente - osserva ancora l'assessore al personale - tutte queste azioni compiute sono il frutto anche di rivendicazioni sindacali e attuate in collaborazione con il sindacato. Di tutto il mondo sindacale, non solo quello del pubblico impiego. Quindi penso che di tutto si possa parlare tranne che di lesioni della dignità dei dipendenti e dei lavoratori. Ovviamente non siamo perfetti e a volte qualche errore lo commettiamo anche noi, ma sempre in buona fede e perché estremamente convinti delle nostre idee. Idee che possono non essere condivise dal sindacato, ma questo non significa mancanza di correttezza. Pertanto, se partiamo dal presupposto che la stragrande maggioranza dei nostri dipendenti comunali sono qualificati e professionali e prestano il proprio servizio con dedizione e spirito di sacrificio nell’interesse della nostra comunità". "Se il sindacato - conclude infine - ritiene di poter condividere, non dico totalmente ma almeno parzialmente, le riflessioni espresse in questo documento e riconosce che è lesivo della dignità dei lavoratori parlare solo di diritti e mai di doveri, io credo che non solo il dialogo ma la reciproca comprensione dei diversi punti di vista sia possibile e possa condurre ad obiettivi comuni. Primo fra tutti quello di assicurare una sempre maggiore efficacia ed efficienza ed un ulteriore miglioramento dei servizi forniti ai cittadini, ma nel contempo anche la ricerca di tutte le garanzie possibili ai dipendenti". Condividi