terremoto ospedale.jpg
Circa 179 morti, di cui 40 da identificare, oltre 100 persone estratte vive tra le macerie, almeno 25-30 mila sfollati: a piu' di 24 ore dalla scossa di terremoto che ha colpito la provincia dell'Aquila continua a cambiare il bilancio di vittime e sopravvissuti. Per il Centro di coordinamento dei soccorsi risultano al momento anche 34 dispersi e circa 1500 feriti. Per gli uomini dei soccorsi, è una corsa contro il tempo: con il passare delle ore si affievolisce infatti la speranza di trovare qualcuno ancora in vita sotto le macerie. Così si è scavato per tutta la notte sia all'Aquila che nei comuni limitrofi; operazioni mai interrotte nonostante le decine di scosse che si sono succedute nel corso della notte, la più violenta della quali alle 1.15 con una magnitudo di 4.8. All'Aquila, alle 2, dopo 23 ore dal sisma è stata tirata fuori viva dalle macerie Marta, una studentessa di 24 anni della provincia di Teramo. Si è scavato anche a Onna, il paese che non c'é più. Delle quattro persone che si pensava fossero ancora sotto le macerie due sono state estratte ormai senza vita nelle prime ore del mattino, mentre le altre due dovrebbero aver lasciato il paesino. In tutto sono 39 le vittime già recuperate nel paese, in cui il 60-70% delle case e' crollata e il resto è considerato inagibile. Nella tendopoli, intanto, la notte è trascorsa al freddo e in molti hanno preferito dormire in auto, mentre sono proseguiti i trasferimenti verso gli alberghi della costa. OLTRE 17MILA SFOLLATI A L'AQUILA E PROVINCIA Sono oltre 17 mila gli sfollati all'Aquila e provincia. Lo ha reso noto il Centro di coordinamento dei soccorsi allestito nella Scuola della Guardia di finanza alla periferia del capoluogo abruzzese. Le persone sfollate dai comuni della provincia sono 7.120 mentre piu' complessa e' la situazione all'Aquila perche' e' andata perduta sia l'anagrafe sia i dati della Prefettura. Al momento comunque si stima che il numero degli sfollati possa essere di circa 10 mila persone. In Abruzzo sono in arrivo ulteriori tende per allestire nuove tendopoli mentre molti hanno gia' lasciato il capoluogo per trasferirsi da parenti e amici o negli alberghi messi a disposizione sulla costa. INGV, FINORA 280 SCOSSE ASSESTAMENTO Proseguono le scosse di assestamento nell'Aquilano. Dalla forte scossa distruttiva delle notte del 6 aprile sono state registrate finora 280 repliche. "La più forte è avvenuta alle 01:15, con una magnitudo di 4.8", dice il sismologo Francesco Mele dalla sala sismica dell'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). Prima di questa forte replica, è stata registrata alle 0:47 un scossa di magnitudo 3.6 e successivamente, alle 3:52 e alle 4:12 sono avvenute due scosse di magnitudo 3. Nel frattempo, prosegue Mele, sono partite squadre dell'Ingv per istallare sei nuove stazioni a pochi chilometri di distanza dalla zona in cui è avvenuta la rottura della faglia. Altre quattro stazioni saranno istallate nelle prossime ore. AD ONNA NOTTE TRA PAURA E PROTESTE La prima notte dopo la tragedia è un momento difficile. E' quello in cui le persone che hanno perso la casa, dormendo in auto, lontano dalla propria terra o nelle tende allestite dalla Protezione civile nei vari campi, prendono coscienza, ancora meglio, di quello che è loro capitato. Così è successo nelle frazioni dell'Aquila colpite dal terremoto, come Onna, Paganica, Castelnuovo, Tempera. In pochi hanno raccolto l'offerta di spostarsi a dormire nelle strutture ricettive della costa messe a disposizione. Quasi tutti hanno preferito rimanere vicino alle proprie cose, chi dormendo in auto, che nei vari campi allestiti in poche ore dalla Protezione civile. Non sono mancate le proteste, come a Onna, piccolo paese alle porte dell'Aquila, che il sisma ha letteralmente spazzato via. Per tutta la notte i soccorritori hanno continuato a scavare sotto le macerie, ma non si è riusciti ad allestire una tendopoli in grado di ospitare gli sfollati. Così le persone che hanno perso la casa hanno trovato ricovero chi in auto, chi sotto l'unica tensostruttura montata, creandosi un giaciglio con guanciali e coperte fra le panche e i tavolini. Sono stati 250, invece, i posti in tenda messi a disposizione nel campo sportivo di Paganica. Non sufficienti tuttavia per ospitare tutti gli sfollati di un paese dove metà degli abitanti hanno perso la casa. Per la prima notte è stata data la preferenza ai bambini e agli anziani, mentre gli altri sono rimasti a dormire in macchina o sui pullman dell'Azienda regionale dei trasporti. Nella notte sono poi arrivati altri tir con tende fornite dalla Protezione civile che andranno ad aumentare la disponibilità di questo e altri campi. Con la collaborazione dell'Associazione nazionale Alpini, ieri sera fra le 8 e mezzanotte, sono stati serviti anche 1.400 pasti. "A Paganica - ha spiegato Paolo Vaccari, responsabile del campo per la Protezione civile - c'é una palestra perfettamente sicura, costruita secondo criteri antisismici. La gente tuttavia non è voluta entrarci, ed è comprensibile. Adesso il nostro compito è dar loro sicurezza e aiutarli a rientrare nelle case". Almeno la pioggia, caduta ieri sera, nella notte si è fermata. La temperatura, tuttavia, è scesa a 4-5 gradi. E le continue scosse di assestamento hanno fatto rivivere agli sfollati l'incubo della notte precedente. Condividi