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La scosse sismiche che hanno interessato l'Abruzzo ed in particolare la provincia di L'Aquila e la città capoluogo, sono state registrate dalle apparecchiature dell'osservatorio simico dei padri benedettini di Perugia ''A. Bina'' diretto da Padre Martino Siciliani, che ha una specifica convenzione con la regione per il monitoraggio di tutto il territorio regionale ed apparecchiture collegate in telemetria. La forze scossa delle 3,32 a L'Aquila con mangitudo 5,8 Richter è stata registrata da tutti gli strumenti del ''Bina'' e il suo direttore padre Siciliani ha seguito gli eventi. Sino ad ora sarebbero oltre una ventina le scosse di assestamento registrate, tutte comprese tra i 2,2 e 2,5 gradi di magnitudo; soltanto attorno alle 9,30 una più forte, mangitudo 3,9 è stata registrata. L'evento sismico è stato avvertito anche dalle popolazioni di confine con la regione, ma anche da vari centri dell'Umbria; infatti nell'epicentro in provincia di L'Aquila la scossa secondo gli esperti del Bina, è stata sussultoria, mentre a maggiore distanza dall'epicentro la scossa è stata registrata come ondulatoria, ma di vari secondi. Telefonate sono giunte all'Osservatorio ed ai Vigili del fuoco (una colonna di mezzi da Perugia e Terni è già partita per l'Aquila, una sessantina di uomini) da diverse zone della Regione, da Terni, Foligno, dalla Valnerina, da Città di Castello, dalla stessa Perugia dove molte persone si sono svegliate con la forte scossa delle 3,32. La forte scossa di terremoto che ha colpito l'Abruzzo con la provincia di L'Aquila è molto simile a quella che ha colpito dodici anni fa, il 26 settembre 1997, l'Umbria e le Marche; quest'ultimo sisma in Abruzzo ha interessato un'area meno vasta rispetto a quella che colpì le due regioni, con interessamento di moltissimi centri storici, da Foligno, a Nocera Umbra, Assisi con i gravissimi danni subiti (e purtroppo 4 morti alla Basilica superiore di S. Francesco). Condividi