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L'Umbria ha ricostruito, nel rispetto delle norme che dopo quel sisma sono state anche più rigide per mettere tutti gli edifici in sicurezza; il modello di protezione civile e di ricostruzione messo in atto ha fatto anche scuola. Lo hanno detto più volte la presidente della regione Maria Rita Lorenzetti che ed il collega delle Marche presidente Gian Mario Spacca. Purtroppo l'Italia ha ancora molte vecchie abitazioni e forti scosse sismiche le possono ''stressare''. In Umbria furono sessantasei i comuni su 92 interessati al sisma; 27.780 gli edifici danneggiati, oltre 9 mila le abitazioni che vennero evacuate e che interessarono oltre 22.600 persone; colpiti moltissimi monumenti e chiese (oltre 2200 con la Basilica di Assisi) così scuole, edifici pubblici, vari comuni di piccoli centri così quello di Foligno, ospedali, strade, fognature, linee elettriche e telefoniche. La scossa di maggiore intensità fece cadere la volta affrescata della Basilica superiore di S. Francesco, in due punti, con 4 morti travolti dalle macerie. Quelle immagini fece il giro del mondo; oggi passati 12 anni, la volta è stata ricostruita, e anche parte degli affreschi ricollocati al loro posto. L'emergenza che scattò subito dopo la scossa più forte (era di giorno, alle 11,24) vide la strutture di Protezione civile regionale e il volontariato in prima linea; controlli vennero subito avviati nei Comuni al confine con le Marche, da Colfiorito, Cesi Annifo, Sellano, Preci, Norcia, Foligno, Gualdo Tadino, Spello, Spoleto, quelli marchigiani a cavallo con l'Umbria. Oggi a Foligno ha sede il centro operativo della protezione civile, così uno aeroporto specifico per il pronto intervento. Le strutture della regione (con l'assessore Vincenzo Riommi sono mobilitate) per prestare soccorsi anche in Abruzzo. Condividi