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Gli apparecchi dell'Osservatorio sismologico 'A. Bina' di Perugia diretto dal benedettino Padre Martino Siciliani fin dalle 3,20 di stanotte stanno registrando tutta l'attività sismica che interessa il territorio abruzzese, in particolare L'Aquila e provincia. Fino a questo momento le scosse di assestamento, compresa quella iniziale, sono state una ventina. Da quanto spiegano i geologi al lavoro nella struttura (avvicendatisi a padre Martino che ha invece seguito l'attività per tutta la notte), che dispone di apparecchiature collegate in telemetria e per convenzione con l'ente regionale monitora l'intero territorio umbro, i riflessi registrati in Umbria sono stati più evidenti nelle zone di confine. In particolare a Città di Castello la popolazione ha avvertito più distintamente che a Perugia le scosse che hanno allertato anche gli abitanti di Terni e della Valnerina; qui, anche alle porte della valle, tra i comuni di Arrone e Ferentillo, in molti si sono riversati sulle strade. Anche in Umbria il terremoto si è protratto per diversi secondi, i geologi dell'osservatorio senza voler quantificare la durata, hanno tuttavia rilevato che essa diventa maggiore più ci si allontana dall'epicentro e, conseguentemente, minore è l'intensità; all'epicentro, inoltre, la scossa è stata sussultoria per divenire ondulatoria allontanandosi dallo stesso. In particolare, in coincidenza con la scossa distruttiva de L'Aquila, di mangitudo pari a 5,8 Richter (corrispondente all'incirca al nono grado della scala Mercalli) nel perugino e nel ternano si è attestata all'incirca sui 3,9 Richter. Al momento gli strumenti del Bina hanno registrato una ventina di scosse di assestamento (dato, ovviamente, in divenire), comprese tra i 2,2 e 2,5 gradi di magnitudo. Condividi