pesaresi l..jpg
PERUGIA - Saranno Le Regioni insieme ai Comuni a definire una proposta, seria e responsabile, per il “Piano Casa” e non un atto d’imperio del Governo Berlusconi che vorrebbe riaprire, di fatto, un’ulteriore stagione dell’abuso-condono edilizio nelle nostre città già invase da un uso-consumo eccessivo di suolo. E’ con grande soddisfazione – afferma Lorena Pesaresi (Consigliera comunale di Perugia e responsabile regionale Ambiente e Sostenibilità del PD) – che constatiamo il ritiro del Decreto Legge "cementificazione” da parte del Governo che vi è stato costretto grazie alla nostra battaglia politica condotta in Parlamento e anche nelle nostre città dell’Umbria. Un Decreto che con il “diritto alla casa” non ha nulla a che vedere, che non serve a dare una casa a chi non ce l’ha, ne per superare la crisi e rilanciare l’economia locale, regionale e nazionale. E’ solo la premessa per un nuovo “condono preventivo” di ogni genere di abuso edilizio e di scempio ambientale. E’ la cancellazione di ogni regola sul come, dove, quanto costruire. E’ la negazione del diritto costituzionale della Regioni a regolare lo sviluppo urbanistico delle città. Questo tipo di “Piano casa” avrebbe previsto, infatti, - sottolinea ancora Lorena Pesaresi – la possibilità di aumento indiscriminato delle cubature e delle premialità al di fuori di ogni pianificazione urbanistica. Sarebbe un errore gigantesco - così come sarebbe grave cancellare le autorizzazioni per le nuove costruzioni: un conto è la semplificazione delle procedure, altra cosa è la deregulation, la prima causa della corruzione e un input in più alla criminalità organizzata. Siamo convinti che il rilancio dell’edilizia su basi nuove – fondate sulla qualità, sulle agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni, il risparmio energetico, l’uso delle rinnovabili sugli edifici privati e sul concetto di limite delle risorse naturali - sia una delle leve principali per contrastare la crisi economica. Ma verso quale modello di edilizia vogliamo puntare deve essere il punto di partenza per ridefinire un nuovo Piano casa. Quello del Governo è un modello terribilmente arretrato: un’edilizia senza qualità e senza innovazione, che consuma territorio e distrugge l’opera più preziosa di cui il nostro Paese dispone, è una concezione vecchia da anni ’50 che ci farebbe scivolare irrimediabilmente verso i Paesi più arretrati. Condividi