Estate promettente per le ricerche archeologiche ad Orvieto: dopo il bel mosaico d’epoca romana rinvenuto a Campo della Fiera è la volta di una piccola tomba a cassetta dal sito di Crocifisso del Tufo, per gli Orvietani noto come “le tombe”. Nell’ambito della seconda campagna promossa dal Comune di Orvieto in collaborazione con il trust di scopo Sostratos, che finanzia le operazioni, è stata individuata e scavata una deposizione, databile alla fine VI secolo a.C.

"La tomba - spiega l'archeologo Claudio Bizzarri - era intatta, coperta con un piccolo lastrone in tufo, la cui rimozione ha rivelato la presenza del corredo di un individuo traslato, i cui resti scheletrici erano stati rideposti accuratamente su un letto funebre in miniatura, a ricordare le più monumentali tombe a dado che caratterizzano il sito, facendone uno dei complessi più interessanti d’Etruria. Gli oggetti del corredo funebre erano stati collocati ai piedi della mini-banchina ed erano costituiti da diversi vasi in bucchero legati alla pratica del simposio: due oinochoai (brocche per versare vino), due calici, due coppette e un kantharos (coppa con alti manici). Una piccola olpe è invece in ceramica comune.

All’interno di una delle due piccole coppe è stato trovato un aes rude, un frammento informe in bronzo con valore premonetale; fra i reperti di ferro una punta di lancia connota il defunto come individuo di genere maschile, mentre uno spiedo, la lama di un coltello e un frammento di alare rimandano alla consumazione della carne.

A ridosso della piccola sepoltura a cassetta è in corso l’esplorazione di tre tombe a dado, purtroppo pesantemente sconvolte dagli interventi di scavo svolti nel XIX secolo. È stato possibile individuare una profonda trincea, all’interno della quale furono gettati molti oggetti, scartati perché ritenuti, come si evince dai diari di scavo di Riccardo Mancini (responsabile delle ricerche svolte nel XIX secolo) “di niuno conto”.

La presenza del trust di scopo Sostratos ha consentito la partecipazione estremamente gradita di due imprese “illuminate” di Orvieto, Italmec s.r.l. e Speleotecnica s.r.l.; è infatti possibile detrarre completamente dalla dichiarazione dei redditi le somme versate a supporto del progetto culturale “Crocifisso del Tufo” e la speranza è che altre realtà imprenditoriali approfittino di questo vantaggio per supportare fattivamente lo sviluppo culturale della nostra città, valorizzando uno dei siti turistici più importanti dell’intera area orvietana, apprezzato in modo particolare dai visitatori proprio in concomitanza con le operazioni di scavo".

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