Una domus romana coi muri affrescati e un mosaico pavimentale, ma anche una bottega artigiana. Sono questi i reperti emersi dalla prima campagna di scavi realizzata da un gruppo di archeologi umbri, insieme a docenti e studenti dell'università della Tuscia e della Sapienza di Roma, che con il loro lavoro hanno riportato alla luce delle importanti testimonianze storico-culturali.

Gli scavi sono stati finanziati dal Comune di Trevi a Pietrarossa in prossimità della chiesa di Santa Maria, area fortemente indiziata sotto il profilo archeologico fin dagli anni Ottanta. La ricerca si  è concentrato su due settori, che hanno evidenziato rispettivamente delle strutture di età romano-imperiale, tra cui una domus, con un  pavimento a mosaico e degli intonaci dipinti, ed altre di età altomedievale che potrebbero rappresentare un opificio in cui venivano utilizzati materiali come il metallo ed  il vetro o anche lapidei.

 

Visto che sono circa 700 i reperti catalogati in questa prima campagna di scavi il Comune si impegna adesso a dare continuità alla ricerca nel sito di Pietrarossa. Per il sindaco di Trevi Bernardino Sperandio «L’obiettivo è di avviare una nuova campagna tra la prossima primavera ed estate, ma intanto ci godiamo la gioia per aver avviato uno scavo da cui è emerso un quadro archeologico di assoluto rilievo che ci permetterà, anche considerata la vicinanza con la chiesa di Santa Maria e la strada Flaminia, di ambire a realizzare anche un polo turistico importante».

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