di Isabella Rossi
Terni – Prima europea per Romo, lo spettacolo di Fernando Anuang’a, danzatore e coreografo keniota venerdì e sabato scorso al Teatro Secci di Terni. L’occasione è “romo”, cioè “incontro”, in un dialetto del Kenia occidentale. E l’incontro, quello tra il pubblico ternano, la danza di Fernando e le musiche di Makadam - artista keniota - non solo c’è stato ma è anche ben riuscito. Sulle note del nyatiti, strumento tradizionale tipico delle popolazioni Luo dell' Africa Centrale, sabato sera ha danzato energico e vibrante Anuang’a portando in scena un suggestivo dialogo tra musica e corpo. Ne sono scaturite fluidità ancestrali, linguaggi contemporanei e dominio del cerchio. Principio immanente in ogni essere ed in quelle categorie del tempo e dello spazio che la tradizione mantiene in vita nei suoi riti, legati agli elementi e alle loro ciclicità. Chiari echi africani anche nella spettacolare e sapiente narrazione del corpo. Che è, prima ancora di fare. E che nella sua staticità, parla. Nella poetica armonia del gesto, la stessa energia che attraversa anche la terra e l’acqua, il vento ed il fuoco, così lontana dalle spigolose simmetrie frutto dell’era industriale. Una performance che funziona e lascia impronte , nonostante il lavoro di regia sia ancora da perfezionare. Le musiche e canzoni di Makadam, accompagnato alla chitarra da Isak, hanno fatto il resto creando le giuste atmosfere ed un ottimo presupposto alla danza dell’artista keniota, che dopo Terni vuol continuare raccontare il suo paese in giro per l’Europa.

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