Zafferano di Città della Pieve promosso “Prodotto Agroalimentare Tradizionale”
L’impegno e la costanza premiano l’Amministrazione comunale e il Consorzio dei produttori del “Croco di Pietro Perugino”, che ha finalmente ottenuto un importante riconoscimento: l’inserimento dello Zafferano di Città della Pieve nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali dell’Umbria, al pari del tartufo di Norcia; una qualifica di grande valore non solo a livello locale, ma anche nazionale e comunitario. La materia è regolamentata dal decreto ministeriale 8 settembre 1999, n. 350, che prevede la predisposizione da parte delle Regioni degli elenchi regionali, che poi vanno a comporre l’elenco nazionale. La legge definisce “prodotti agroalimentari tradizionali” quelli le cui metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura sono praticate sul territorio in maniera omogenea e secondo regole tradizionali, protratte nel tempo. “Una procedura complessa e una dettagliata documentazione - spiega Alessandro Mazzuoli, Presidente del Consorzio Croco di Pietro Perugino - sono state necessarie per questa ulteriore e significativa tappa nel percorso di perfezionamento e di sviluppo dell’attività dei produttori dello Zafferano di Città della Pieve”. La Regione Umbria ha inserito lo Zafferano di Città della Pieve tra i prodotti agroalimentari tradizionali nella tipologia dei ‘prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati’. “C’è ancora un’altra buona notizia, - aggiunge l’Assessore allo Sviluppo e al Turismo Andrea Galletti - un nuovo tassello che completa l’offerta dei produttori del Consorzio e premia la ricerca della qualità e dell’autenticità: sono infatti di Città della Pieve le prime due aziende in Umbria ad avere ottenuto, recentemente, l’autorizzazione regionale alla vendita dei bulbi, i soli a potersi fregiare del nome di ‘Zafferano di Città della Pieve - Il Croco di Pietro Perugino’”. Prodotto agronomico tradizionale per il suo legame con la storia e con il territorio, lo Zafferano è patrimonio culturale di Città della Pieve: lo troviamo negli Statuti della Gabella del 1537 relativo alla “ricolta di saffarano”, con l’obbligo per i produttori di denunciare al Comune entro l'8 novembre il quantitativo di Zafferano prodotto e conseguentemente pagare l'imposta, con multe pesanti a chi non si mette in regola.

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