La mappa delle crisi industriali predisposta dalla CGIL dell'Umbria (la si può trovare all'indirizzo
https://www.google.com/maps/d/viewer?mid=zqZbKnywi_SE.kL5soZ7-oaTA) è un documento di drammatica attualità: parla di una regione duramente attraversata dalla crisi che, giunta ormai al suo settimo anno, non risparmia territori né settori. Dal nord al sud della regione, dall'edilizia ai diversi comparti dell'industria, dal commercio ai servizi alla persona, sono almeno 185 le imprese coinvolte e quasi settemila i lavoratori in cassa integrazione, che hanno perso o rischiano di perdere il lavoro.

Una tale situazione non può essere fronteggiata con misure ordinarie, né rassegnandosi ad assecondare le politiche cosiddette di austerità che stanno portando alla disperazione tanti territori d'Europa. Occorrono un ripensamento ed una contestazione aperta delle politiche europee e nazionali, occorre una svolta che punti sulla valorizzazione del lavoro, sui diritti dei lavoratori, su un rilancio ed una qualificazione della spesa pubblica. Il lavoro, un lavoro buono e qualificato, deve tornare ad essere al centro del discorso e dell'agire politico. In questo quadro anche il ruolo delle istituzioni locali deve essere più autorevole e più deciso. Si tratta per un verso di utilizzare al meglio le risorse disponibili, e per l'altro di promuovere una mobilitazione dell'intera società regionale, a partire dalle sue classi dirigenti diffuse, perché ciascuno si misuri con la necessità di contribuire ad un grande piano di rinascita dell'Umbria: non sono tempi ordinari, una politica ordinaria rischia di non servire a nulla. 

Il coordinatore regionale Umbria
di Sinistra Ecologia Libertà

Fausto Gentili

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