Le analisi vanno ovviamente fatte a mente fredda; troppi vicini sono gli accadimenti per esprimere valutazioni che sono di estrema complessita'. Pero' facendo alcuni "giretti"post elettorali tra le piazze locali ed incontrando nostri votanti (di LEU) due elementi popolari appaiono ricorrenti: (più giovani), l'idea proposta non va oltre il 4 per cento (se molti critici avessero avuto da ridire sulle ambiguità reali di Leu avrebbero potuto dare il consenso a Potere al Popolo,che si era avvalso anche della presenza a sostegno di Melenchon, dicono).

Una possibile verità, dati alla mano, potrebbe partire dalla esperienza di SEL. Partita con sondaggi che sfioravano il 10 per cento, anche per il linguaggio innovativo ed il carisma narrativo di Vendola, questa esperienza si è scontrata velocemente con gli apparati tradizionali interni di derivazione classica. E' prevalsa la logica di una OPA (Offerta Pubblica di Acquisto) verso il PD in crisi, marginalizzando la fase di crescita fuori dagli schemi tradizionali di movimento: partecipazione a primarie di coalizione e tipiche alleanze nei Comuni ed Enti Locali. L'insuccesso ed il crollo al 3 per cento è stato repentino. La stessa politica estera oscillante, dovuta alla cultura interna poco omogenea, ha condotto alla divisione rapida e scissione di chi guardava al PSE e chi guardava alla Linke.

Non hanno avuto ragione ne' i primi ne' i secondi. Ma la leaderschip nazionale ci ha messo molto del suo. Sinistra Italiana è la evoluzione di questo insuccesso. Evoluzione tardiva e gestita in maniera politicamente ancora più incerta, con un congresso finito nella altrettanta incertezza.

Ma un elemento centrale e reale non può essere taciuto ed a suo tempo ben analizzato anche da Lucia Annunziata. La affermazione teorica di questi Partiti (SEL, SI) si è arenata per la scesa forte in campo del Movimento 5 Stelle,che da movimento di protesta si è fatto reale e diffuso Partito. Mentre SEL e SI poi volevano in realtà organizzare il consenso (come ha fatto poi LEU), il M5S ha organizzato il dissenso.

Le famose Piazze (o Sale) piene ed urne vuote di nenniana memoria, o se volete ..1 piu' 1 in politica non fa mai 2 (questo lo diceva l'azionista Lombardi). Ma per non essere antichi e nostalgici, basterebbe andare ai nostri sempre citati amici di Podemos: il motivo centrale che Podemos ripete dovrebbe farci riflettere e non solo per le citazioni: non siamo nati per rifondare la sinistra. Siamo nati per rifondare il paese partendo dal rifiuto delle politiche di destra e conservatrici e rifiutando il facile populismo. Per fare ciò 2 elementi iniziali sono essenziali (dice Podemos): trovarsi un nemico per giustificare la nostra azione ed il nostro mandato, rifiutare il dialogo a priori con altri Partiti, per il solo fatto che si possono trovare intese con i singoli militanti o dirigenti, ma poi ci si scontra con i veri e forti Apparati interni.

E' questa ovviamente la forza del M5s (che si rifà molto a questo modello spagnolo) che ha scelto come nemico la casta politica e non fa alleanze a priori.E' questa, in parte, la forza della Lega che ha scelto come nemico prima i meridionali e poi gli extracomunitari, ma successivamente ha fatto un errore strategico, che si può vedere in questi giorni, dell'allearsi a priori (e che lo portera' negativamente a situazioni marginali).

Allora: abbiamo la forza e la cultura di provare ad andare oltre il recinto della sinistra tradizionalmente intesa? Abbiamo la forza di pensare ad un nuovo modello che non sia sempre il solito? Ci dobbiamo portare sempre sul livello delle categorie varie della tradizione ottocentesca o possiamo individuare altre strade? O comunque possiamo limitare il raggio di azione a quella tradizione solida del 3-4 per cento italiano, il che non è ovviamente un male assoluto, sapendo che ci permette di vivere, non di essere determinanti, ma che porta inevitabili amarezze rispetto alle aspettative ricorrenti che necessariamente, poi, come in questi giorni, si devono gestire con intelligenza e realismo.

Buona riflessione.

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