Più o meno 50 anni fa sognavo di possedere un'enciclopedia, di quelle belle, con le fotografie, con i volumi pesanti e con la carta patinata. Lo zio Piero regalò a sua tempo una piccola enciclopedia illustrata a mio fratello, se non ricordo male una decina di volumi. Alle medie i miei fecero sacrifici notevoli per regalarmi una piccola enciclopedia, fatta di bellissimi disegni e divisa per temi: storia, geografia, invenzioni e scoperte, arte, botanica, mondo degli animali.
Io continuavo a sognare l'enciclopedia del mio amico Giorgetto: Conoscere, la stessa che vedete nella foto. Ogni volta che lui stava male ero il primo a fargli visita e a tenergli compagnia, più per sbirciare un pomeriggio intero i volumi che per mera amicizia, lo ammetto. Mia madre diceva sempre: non andare che ha l'influenza, non andare che ha il morbillo... ma io ero lì, appena uscito di scuola per divorarmi un volume, a leggere per sapere. Di studiare i libri di scuola, ammetto anche questo, avevo poca voglia ma ero comunque bravo a scuola, anche al Liceo, crescendo, non me la sono cavata male, sempre promosso e mai obbligato a passare l'estate a ripassare per le materie per gli esami di riparazione.

Oggi le enciclopedie non si comprano più, c'è internet e Wikipedia, ti basta digitare sulla barra degli indirizzi e Google ti racconta tutto, vita, morte e miracoli. Abbiamo la conoscenza alla portata di un click, in pochi secondi ogni dubbio è sciolto, risolto, la conoscenza è diventata accessibile, facile, immediata.
Ed eppure gli strumenti tecnologici li usiamo principalmente per i social, per scrivere spesso e volentieri emerite stronzate, per raccontare il nostro stato emotivo, per fare polemica, illudendoci di fare politica o di smascherare i nemici dell'opposta fazione con un click.
Abbiamo la possibilità di una conoscenza illimitata ed eppure non sappiamo sfruttare i mezzi, le possibilità. Siamo arrivati ad essere sommersi da fake news, puttanate, sciocchezze e a discutere per giorni di questo. Se indichi a qualcuno la luna, egli guarda il tuo dito e non sa nemmeno riconoscere la luna. I tempi cambiano o forse cambiano gli uomini, o forse è cambiato il mondo, quel mondo che un tempo premiava l'eccellenza e oggi favorisce il mediocre.

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